Dieci passaggi chiave della Bibbia sulla bontà
1. ROMANI 2:1-4
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“Perciò, o uomo, chiunque tu sia che giudichi, sei inescusabile perché in quel che giudichi l’altro, condanni te stesso, poiché tu che giudichi fai le medesime cose. Or noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità su coloro che fanno tali cose. E pensi forse, o uomo che giudichi coloro che fanno tali cose e tu pure le fai, di scampare al giudizio di Dio? Ovvero disprezzi le ricchezze della sua benignità, della sua pazienza e longanimità, non conoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento?”
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Dio non li condanna semplicemente perché giudicavano altre persone, ma perché commettevano gli stessi peccati di cui accusavano gli altri (esattamente le stesse cose, specialmente quelle menzionate in Romani 1:29-31). Tutte le persone sono senza scusanti, perché tutti, nessuno escluso, hanno peccato contro Dio.
Si può supporre che fosse rivolta ai Giudei, i quali pensavano che il loro patto con Dio li avrebbe risparmiati dal giudizio finale. Dopo tutto, avevano sperimentato spesso la sua bontà, longanimità e pazienza. Essi pensavano che queste benedizioni dimostrassero la loro rettitudine di fronte a Dio e non avevano quindi bisogno di affidarsi a Cristo, ma Paolo dice che è vero il contrario: le benedizioni di Dio avrebbero dovuto portarli al pentimento per i propri peccati.
2. GALATI 5:22-24
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“Ma il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo. Contro tali cose non vi è legge. Ora quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue concupiscenze.”
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Lo Spirito combatte contro il peccato non solo in difesa, ma anche in attacco, producendo nei cristiani le qualità positive di un carattere consacrato, ognuno dei quali è evidente in Gesù attraverso i vangeli. Gentilezza significa mostrare bontà, generosità e simpatia verso gli altri, che è anch’essa un attributo di Dio (Rom. 2:4).
Contro queste cose non c’è legge, conseguentemente coloro che le manifestano stanno adempiendo la legge, più di coloro i quali insistono sulle cerimonie giudee, e quindi anche maggiormente di chi segue le opere della carne analizzate in Gal. 5:19-21.
Di nuovo, Cristo e lo Spirito (Gal. 5:25) sono presentati insieme come la sorgente della vita del credente. I cristiani hanno crocifisso la carne, o sono morti con Cristo al peccato (Cfr. Gal. 6:14; Rom. 6:4-6). Ora che il vecchio ordine delle cose è svanito per i credenti, e che la loro precedente persona appartenente a quell’ordine è anche stata spazzata via, essi non ci devono più pensare. “La carne” qui non è intesa come corpo fisico, bensì come natura umana corrotta, decaduta insieme a tutti i suoi desideri.
3. EFESINI 4:31-32
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“Sia rimossa da voi ogni amarezza, ira, cruccio, clamore e maldicenza con ogni malizia. Siate invece benigni e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda, come anche Dio vi ha perdonato in Cristo.”
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Ogni amarezza significa “ogni tipo di amarezza”. “Ogni” si riferisce anche a tutti gli altri elementi presenti nell’elenco, dicendo ai lettori di rimuovere tutta l’ira, cruccio, clamore, maldicenza e malizia. “Amarezza” è stata messa a capo della lista perché spesso conduce agli altri peccati nominati da Paolo. L’amarezza proviene da un cuore che non è giusto di fronte a Dio (Atti 8:21-23); è la caratteristica principale di una persona non nata di nuovo (Rom. 3:10-14); e causa distruzione e contaminazione (Eb. 12:15). L’amarezza e il risentimento sono dunque incompatibili con il carattere cristiano e devono essere rimossi. Le persone spesso non pensano a ciò che dicono (“maldicenza”), anche se la lingua può causare dolore agli altri come un fuoco può incendiare una foresta (Giacomo 3:5-6).
Essere gentili, dolci e perdonare dipende dal ricordare costantemente che Dio per primo ha perdonato noi e necessitiamo del suo perdono quotidianamente, come ci ricorda il Padre Nostro: “perdonaci i nostri debiti, come anche noi perdoniamo ai nostri debitori” (Matt. 6:12; cfr. Luca 11:4).
4.LUCA 6:35-36
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“Ma amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benigno verso gli ingrati e i malvagi. Siate dunque misericordiosi, come anche il Padre vostro è misericordioso.”
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Dio odia il male, ma dona molte benedizioni in questa vita anche ai suoi nemici (Luca 6:45) attraverso la “grazia comune” (la grazia che dona a tutti, non solo ai credenti). Queste sono volte a portare i non credenti a ravvedimento (Atti 14:17; Rom. 2:4). Naturalmente, Dio odia coloro i quali sono risolutamente e impenitentemente malvagi (cfr. Sal. 5:5; 11:5; Ef. 2:3), ma le benedizioni della grazia comune di Dio costituiscono la sua azione di provvidenza principale per il genere umano qui ed ora.
Osservando le istruzioni in Luca 6:35, la ricompensa sarà grande (Luca 6:23). Sarete figli non significa “diventerete figli”, ma “dimostrerete di essere figli” imitando la cura e la compassioni di Dio anche verso coloro che sono malvagi.
5. COLOSSESI 3:12-13
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“Rivestitevi dunque come eletti di Dio, santi e diletti, di viscere di misericordia, di benignità, di umiltà, di mansuetudine e di pazienza, sopportandovi gli uni gli altri e perdonandovi, se uno ha qualche lamentela contro un altro; e come Cristo vi ha perdonato, così fate pure voi”.
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Paolo chiama i Colossesi ad uno stile di vita santo, coerente con la loro nuova identità. I credenti sono stati scelti da Dio e stanno davanti a Lui come amati e santi. Devono vivere secondo ciò che sono in Cristo.
La tolleranza è una virtù all’interno della comunità cristiana, anche se Paolo chiaramente non vuole che i Colossesi tollerino le false dottrine. Quando sono vessati e traditi, i cristiani sono chiamati a perdonare, come essi sono stati perdonati per aver tradito Cristo. Vedi Matt. 6:12; Matt. 6:14-15; Matt. 18:21-22.
6. GALATI 6:9-10
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“Or non perdiamoci d’animo nel fare il bene, perché, se non ci stanchiamo, raccoglieremo a suo tempo. Mentre dunque abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti, ma principalmente a coloro della famiglia della fede”.
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Aspettando la loro ricompensa (Gal. 6:7-9), i credenti devono fare del bene. Il fine principale dovrebbe essere quello di servire coloro che sono nella chiesa, ma senza mai escludere le persone del mondo di fuori. Come disse chiaramente Gesù (es. Matt. 6:33), il rapporto più stretto del cristiano è quello con il regno di Dio, con Dio come nostro Padre celeste (Matt. 6:9, 32; 12:50; cfr. Matt. 8:21-22), piuttosto che quello con gli amici, colleghi, compagni di scuola, compagni di squadra, o qualsiasi altra cosa, perfino più che con la famiglia terrena.
7. EFESINI 2:4-7
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“Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il suo grande amore con il quale ci ha amati, anche quando eravamo morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo (voi siete salvati per grazia), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nelle età che verranno le eccellenti ricchezze della sua grazia, con benignità verso di noi in Cristo Gesù”.
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Nessun destino nefasto è più cupo di quello che attende l’infelice compagnia degli uomini che marciano seguendo “il principe della potestà dell’aria” (Ef. 2:2) fino alla loro distruzione sotto l’ira divina. Proprio quando le cose sembrano disperate, Paolo pronuncia la più grandiosa breve espressione nella storia dell’umanità: “Ma Dio!” ricco di misericordia. La misericordia di Dio verso i suoi indifesi nemici sgorga dal suo cuore pieno d’amore, non da qualcosa che essi hanno fatto per meritarlo.
Paolo riassume il suo pensiero originale, che comincia con “voi eravate morti” in Efesini 2:1. Dio ci ha dato rigenerazione (una nuova vita spirituale dentro di noi). Questo e i due verbi in Efesini 2:6 (“risuscitati” e “sedere con”) sostengono i verbi principali della lunga frase di Efesini 2:1-10. Dal momento che i cristiani erano morti, dovevano prima essere risuscitati per poi poter credere (e Dio ha compiuto ciò insieme a Cristo).
“Risuscitati con lui” significa che, grazie alla risurrezione di Cristo, coloro che credono in lui hanno una nuova vita spirituale (rigenerazione). Otterranno anche nuovi corpi fisici quando Gesù ritornerà (risurrezione futura). Dio ha concesso al suo popolo anche adesso di condividere in un certo senso l’autorità che ha Cristo, seduto alla destra di Dio (Ef. 1:20-22; Ef. 6:10-18; Giacomo 4:7; Giovanni 4:4), una verità particolarmente importante a Efeso, con tutte le sue pratiche occulte. Efesini 2:7 risponde al perché Dio abbia sparso un amore così grande sul suo popolo: affinché si meraviglino per l’eternità dell’incredibile amore e gentilezza di Dio. Ci vorrà tutta l’eternità per sondare l’amore di Dio, e i salvati non riusciranno mai a scandagliarne la profondità.
8. PROVERBI 21:21
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“Chi persegue giustizia e benignità troverà vita, giustizia e gloria”.
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Questo verso parla di perseguire giustizia e benignità; e Proverbi 22:1 consiglia di procacciarsi una buona reputazione (conseguente dall’essere una persona giusta e buona) piuttosto che ricchezze. Così, Proverbi 22:1 risponde a Proverbi 21: 20-21; la saggezza può portare una persona ad ottenere prosperità, ma uno dovrebbe sempre scegliere di perseguire una buona reputazione attraverso giustizia e bontà, piuttosto che le ricchezze. Proverbi 22:21, che parla dell’importanza della saggezza in un’azione militare (assediare una città), trova la risposta in Proverbi 21:30-31, che sostiene che non c’è saggezza che sussista contro l’Eterno (Prov. 21:30) e che in qualsiasi modo capillare uno possa pianificare un’azione militare, la vittoria è nelle mani del Signore (Prov. 21:31). L’intero capitolo riporta che il successo proviene dalla saggezza, ma che nessun grado di intelligenza può prevalere sulla volontà sovrana del Signore, e che alla fine un cuore buono e retto è migliore di grandi ricchezze e potere.
9. 1 CORINZI 13:4-7
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“L’amore è paziente, è benigno; l’amore non invidia, l’amore non si mette in mostra, non si gonfia, non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non tiene conto del male; non si rallegra dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità”
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I doni spirituali senza amore sono senza valore, e l’amore è sovrano perché dura per sempre. I termini “crede” e “spera”sono racchiusi tra “tollera” e “sopporta” e, tutti quanti, si riferiscono probabilmente alla relazione tra persone piuttosto che alla fede e alla speranza in Dio. L’amore vede il meglio negli altri e spera il meglio per loro.
10. MATTEO 7:12
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“Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa è la legge ed i profeti”
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Conosciuto come “la regola d’oro”, questo verso riassume l’insegnamento della Legge e dei Profeti. Il modo in cui qualcuno desidera essere trattato dovrebbe determinare la maniera in cui egli tratta gli altri. Questo dovrebbe venire naturale ai credenti che amano Dio con tutto il loro cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente, e che amano il loro prossimo come loro stessi.
Tematiche: Amore di Dio, Vangelo, Vita Cristiana
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