Davanti a un Dio Santo: il primo comandamento
Questo articolo è parte di una serie sui Dieci Comandamenti. La Parola di Dio ci rivela le leggi che egli richiede per vivere nel mondo, così come sono state da lui stabilite. Solo vivendo secondo questa legge possiamo prosperare e godere del proposito per cui siamo stati creati: glorificare Dio e godere di una relazione con lui. Questa serie esplora come i cristiani, la cui identità è in Cristo e la cui eredità è riposta nell’eternità, dovrebbero vivere concretamente i Dieci Comandamenti.
“Io sono l’Eterno, il tuo DIO, che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avrai altri dèi davanti a me”
Esodo 20:2-3
Ho sempre pensato che il primo comandamento significasse che Dio doveva essere la nostra massima priorità. Potrebbero esserci altri “dèi” nella nostra vita, cose che amiamo e adoriamo, ma il vero Dio deve venire prima nei nostri desideri e nelle nostre decisioni. Sebbene sia vero che Dio debba essere al primo posto e il nostro più grande amore, credo che la parola “davanti” ci ricordi principalmente che tutta la vita è vissuta coram Deo, cioè davanti al volto di Dio. Dio è presente in tutti i luoghi in ogni momento, vede ogni atto di adorazione che compiamo. È sciocco e insensato adorare chiunque o qualsiasi altra cosa oltre Dio, perché lui è il più grande di tutti gli esseri ed è sempre presente. Adorare un idolo (avere un altro dio davanti a Dio) è un po’ come proclamare il mio amore a una donna mentre mia moglie è in piedi accanto a noi. Il mio amore e il mio impegno dovrebbero essere diretti verso mia moglie e solo verso di lei. Proprio come mia moglie sarebbe giustamente adirata per la mia infedeltà ai miei voti nuziali, così Dio è adirato quando adoriamo e amiamo le sue creazioni più di lui.
Questo primo comandamento è ingannevolmente semplice. Sono solo poche parole, ma se prendiamo queste parole sul serio, tutta la nostra vita cambierà. Questo comando richiede tutto ciò che abbiamo, richiede tutto ciò che siamo, proibisce anche molte cose ed è allo stesso tempo, terrificante e ispiratore, scoraggiante e rassicurante!
Cosa richiede da noi il primo comandamento?
Dobbiamo conoscere Dio e credere che egli sia l’unico vero Dio. Chi è questo Dio davanti al quale viviamo? Dio è onnipresente, riempie tutto lo spazio in un colpo solo (Salmi 139:7-12). Pertanto tutto ciò che facciamo è davanti a lui. Dio è eterno, è al di fuori del tempo e quindi è presente in ogni momento. Dio è santo e giusto. Viviamo davanti a un Dio che è completamente equo e giusto. Inoltre, egli è il creatore del cielo e della terra, il nostro sostentatore e il nostro redentore. Ricorda, questo comandamento si basa sull’identità e sull’opera salvifica di Dio per il suo popolo: “Io sono il SIGNORE tuo Dio, che ti ha fatto uscire dall’Egitto” (Es. 20:2). Dio è un Dio di misericordia, grazia e pazienza. Nota inoltre che Dio si descrive come il nostro Dio. Non avere altri dèi significa comprendere che con Dio abbiamo una relazione sacra, esclusiva e di patto. Questo significa che tutta la nostra adorazione, lode e venerazione devono andare a Dio. I nostri pensieri, le nostre speranze e sogni, il nostro rispetto, il nostro amore e gioia, il nostro desiderio e la nostra volontà devono essere orientati verso Dio sopra ogni cosa.
Cosa proibisce il primo comandamento?
Questo comandamento implica anche molte cose che non dobbiamo fare. Innanzitutto, l’ateismo è vietato. Negare l’esistenza di Dio significa infrangere questo comandamento. In secondo luogo, come già accennato, il comandamento proibisce tutte le forme di idolatria. L’idolatria può assumere molte forme. Il comandamento vieta di adorare dèi diversi dal Dio della Bibbia. Vieta anche di amare o desiderare qualsiasi cosa nella creazione di Dio più di Dio stesso.
Inoltre, non avere altri dèi significa che non dovremmo mai smettere di dare a Dio tutto ciò che gli spetta, come onore, rispetto e lode. Infrangiamo questo comandamento quando dimentichiamo Dio e viviamo la vita come se Dio non fosse presente o non esistesse. Infrangiamo questo comandamento quando abbiamo idee errate su chi sia Dio e creiamo una versione falsa del Dio verso cui dirigiamo la nostra adorazione. Infrangiamo questo comandamento quando siamo arrabbiati con Dio, quando dubitiamo della sua bontà e saggezza, e quando non ci fidiamo delle sue promesse. Certamente, le Scritture ci insegnano che possiamo avere dubbi e porre domande a Dio senza peccare (Salmi 13:1-2; 22:1-2). Tuttavia, la Bibbia ci avverte che i nostri pensieri verso Dio possono essere peccaminosi:
State attenti, fratelli, che talora non vi sia in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che si allontani dal Dio vivente, ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si dice: “Oggi”, perché nessuno di voi sia indurito per l’inganno del peccato. Noi infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio (Ebrei 3:12-14)
Un “cuore incredulo” descrive una persona che infrange il primo comandamento. Questa persona si allontana da Dio, non vive più davanti a lui. L’autore degli Ebrei ci avverte, non solo per poter vigilare attentamente sul nostro cuore, ma anche affinché i cristiani possano incoraggiarsi a vicenda a perseverare nella fede, anche mentre lottiamo per credere nella verità su Dio e vivere la nostra vita davanti a lui.
Bellissimo e tremendo
Il primo comandamento, con tutto ciò che ci chiede e tutto ciò che ci proibisce, è bello nella sua semplicità. Ci dà la chiave di tutta la vita: come creature di Dio, dobbiamo adorare solo lui. Se facciamo questo, vivremo secondo il disegno di Dio per noi e saremo in condizione di prosperare.
Questo comandamento ci chiama a una meravigliosa fedeltà verso il Dio che ci ha amati, creati e salvati. Eppure, sappiamo che non riusciamo minimamente a soddisfarne le richieste. Per questo motivo, il comandamento è anche tremendo. Rivela che, nel profondo del nostro essere, non riusciamo a essere ciò che siamo destinati a essere. Abbiamo altri dèi oltre a Dio. Infrangiamo questo comandamento quotidianamente nei nostri pensieri, sentimenti e azioni. Tuttavia, non ci è stato dato per condannarci. Solo dopo aver liberato Israele dalla cattività in Egitto, Dio emise i Dieci Comandamenti. Non sono una condizione per la salvezza, ma una risposta che siamo chiamati a dare alla luce dell’amore incondizionato di Dio per noi.
Questa è anche parte della bellezza del Primo Comandamento. È una guida per il popolo redento di Dio. Siamo stati liberati dalla cattività, non dagli egiziani, ma dal peccato. Siamo stati salvati non da Mosè, ma da Cristo. La nostra uscita è un viaggio spirituale dalla schiavitù al peccato verso una relazione di alleanza con Dio. All’interno di questa relazione piena di grazia, ci sforziamo di mantenere il Primo Comandamento, ci pentiamo quando falliamo e confidiamo nel perdono di Dio, così come nel potere dello Spirito Santo per diventare sempre più obbedienti nel corso delle nostre vite. Per mezzo della potenza e della grazia di Dio, possiamo mettere da parte tutti gli altri dèi davanti al nostro Dio e adorare solo lui.
Tematiche: Antico Testamento, Santità, Sovranità di Dio
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