Cos’è il femminismo?
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A quanto pare, non passa una settimana senza che qualche celebrità non rivendichi il femminismo per sé o vi rinunci in quanto ideologia inutile per le donne odierne.
Dando un’occhiata alle notizie sul femminismo ci viene da chiedere cosa significhi esattamente e cosa abbia realizzato per le donne.
Alcuni direbbero che il femminismo è “la nozione secondo la quale le donne sono uguali agli uomini”. Altri rifiutano d’identificarsi con il femminismo perché non vogliono dare l’impressione di odiare gli uomini. Altri ancora dicono che “il femminismo è il diritto delle donne di controllare la propria vita, il proprio corpo e il proprio futuro”. Altri ancora non si riconoscono nel femminismo perché credono non possa coesistere con il concetto tradizionale di ciò che una donna è.
Allora, cos’è esattamente il femminismo?
Nel libro che ho scritto The Accidental Feminist, definisco il femminismo come la convinzione secondo cui “uguaglianza equivale a uniformità” cioè se gli uomini e le donne sono uguali, allora devono per forza avere lo stesso ruolo, le stesse capacità e le stesse funzioni. Tuttavia che succede se non sei convinta che uomini e donne dovrebbero fare (o sono) la stessa cosa? Non sei più etichettata come femminista?
È difficile comprendere l’influenza che il femminismo ha avuto su noi, in quanto – per molti versi – il femminismo è profondamente integrato nella nostra cultura. Sebbene alcune celebrità sembrino negarlo, in realtà tutti noi, in un modo o nell’altro, siamo stati travolti dall’onda del femminismo.
Una breve storia del femminismo
Quando le prime ondate di femministe apparvero sulla scena nel 19esimo e nel 20esimo secolo, rivendicarono soprattutto il diritto di voto, che avrebbe dato alle donne la capacità di proteggere i propri figli dal duro lavoro in fabbrica, di proteggere sé stesse dai mariti infedeli e di trarre vantaggio da opzioni diverse. Si trattava di cambiamenti buoni e necessari. Tuttavia, all’interno di questa ondata navigava la convinzione che non ci si potesse fidare della Parola di Dio. Inoltre, nel cuore delle donne iniziò a radicarsi la nozione che il problema fossero proprio gli uomini.
Nel corso dei successivi cento anni, si sono verificate altre due ondate di femminismo. Abbiamo visto le donne trasformarsi da casalinghe rimbambite in dirigenti aziendali. Le donne ora possono possedere delle proprietà immobiliari, compiere le stesse professioni degli uomini e frequentare le università. L’influenza del femminismo, benché legata a buoni risultati non riguarda soltanto l’uguaglianza fra uomini e donne. Riguarda anche il fatto di voler rendere le donne come gli uomini e, in molti contesti, anche di metterle al posto degli uomini. Infatti, nel suo libro del 2012, Manning Up: How the Rise of Women Has Turned Men into Boys, Kay Hymowitz dice che sebbene il movimento femminista abbia portato le donne a superare gli uomini ottenendo migliori risultati, ha anche reso gli uomini più pigri ed immaturi. Tutto ciò ha portato a quella che la scrittrice Hanna Rosin definisce “la fine degli uomini”.
Dove si collocano le donne cristiane?
Molti uomini e donne si identificano come femministi cristiani. Vedono la verità nella Parola di Dio che gli uomini e le donne sono stati creati uguali e credono che il femminismo preveda quale via seguire. Ma secondo me questi sono i semi dell’incredulità nei confronti delle verità contenute nella Parola di Dio – quei semi piantati nelle menti delle prime ondate femministe – che ci stanno guidando oggi. Invece di prendere Dio in parola, alcuni nelle prime ondate femministe negarono che ci si potesse fidare di Dio per ciò che riguardava la femminilità e crearono una strada tutta loro. Elizabeth Cady Stanton ed una commissione composta da altre donne scrissero La Bibbia delle Donne, sfidando gli insegnamenti storici secondo cui Dio invita le mogli a sottomettersi ai propri mariti. Secondo la Stanton, una delle sfide maggiori all’uguaglianza delle donne era credere nelle affermazioni bibliche relative alle donne.
Ma è nuovo tutto ciò? Ci siamo chiesti se Dio abbia davvero parlato sin da quando Eva credette alla menzogna di Satana che le chiese: “Ma Dio ha detto veramente…?”.
Qualcosa contro cui tutti noi combattiamo
La radice del femminismo ha piagato uomini e donne sin da quando il peccato è entrato nel mondo. Da allora combattiamo per trovare la nostra identità e il nostro significato in tutto tranne che in Dio che ci ha creati per portare la sua immagine. Il femminismo è caduto proprio in questa trappola. Tutti noi, uomini e donne, siamo stati influenzati negativamente dal peccato. Il femminismo cerca di rendere le donne autonome e in molti contesti ha posto le donne al di sopra degli uomini. Il patriarcato cerca invece di porre gli uomini al di sopra delle donne, ignorando così l’uguaglianza dei sessi che Dio ha costituito alla creazione. Sia gli uomini sia le donne sono piagate da un desiderio ribelle di definire sé stessi e di controllarsi a vicenda.
Quindi, anche se non ti identifichi consapevolmente nel femminismo, vivi comunque nella tentazione di trovare la tua identità in te stesso piuttosto che in Dio. E anche se ti definisci una femminista, ho una notizia per te: il femminismo non è l’unica cosa che afferma che gli uomini e le donne sono uguali o che anche le donne sono persone: la Parola di Dio lo ha fatto sin da quando Dio ha creato gli uomini e le donne a sua immagine nel Giardino dell’Eden (“Così DIO creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di DIO; li creò maschio e femmina”. Genesi 1:27).
La risposta a quanto ci affligge nella nostra “battaglia dei sessi” non è aggregarsi ad un movimento culturale per l’uguaglianza, ma ritornare alle pagine delle Scritture e riscoprire cosa significa veramente portare l’immagine di Colui che ci ha creati.
Questa, amici miei, è una risposta migliore sul femminismo.
Traduzione a cura di Susanna Giovannini
Tematiche: Femminilità, Teologia, Vita Cristiana
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