Cosa significa essere “Riformato”?
La crescita a livello mondiale dell’interesse per la fede riformata è un fatto che è stato notato qua e là dagli studiosi di religione. C’è una crescita ovunque nella pubblicazione di letteratura riformata, l’ingresso di studenti in seminari e istituzioni riformate, l’organizzazione di eventi, l’emergere di nuove chiese riformate e istituzioni educative, e il numero di persone che si definiscono riformate, specialmente dalle denominazioni pentecostali.
Poiché si tratta di un’etichetta, è necessario definire “riformato”. Per “riformato” intendo uno che aderisce a una delle grandi confessioni riformate prodotte subito dopo la Riforma protestante nel XVI secolo, ai cinque grandi punti di quella Riforma, che sono Sola Scriptura, Sola Gratia, Sola Fides, Solus Christus, e Soli Deo Gloria, e ai cosiddetti “Cinque Punti del Calvinismo”, riassunti nell’acronimo TULIP (Depravazione totale, Elezione incondizionata, Espiazione limitata, Grazia irresistibile e Perseveranza finale).
La Riforma ha prodotto movimenti associati ai suoi grandi leader, che sarebbero sostanzialmente d’accordo tra loro sui “solas” e sul TULIP, ma che divergono su altri punti. Mi riferisco a luterani, zuingliani e calvinisti. Con il tempo, il nome “riformato” divenne sempre più associato ai calvinisti, così che, in modo generico, i termini “riformato” e “calvinista” sono usati oggi come equivalenti.
Ci sono, tuttavia, un gran numero di chiese che sono della “tradizione riformata” ma che non credono più fedelmente a queste dottrine. In generale, queste chiese non stanno vivendo una crescita ma piuttosto uno svuotamento, come la Chiesa Presbiteriana negli Stati Uniti e altre denominazioni storicamente legate alla Riforma ma che non ne professano più i postulati. D’altra parte, dall’Africa, dalla Corea, dalla Cina, dall’Indonesia, per esempio, arrivano notizie di una fioritura calvinista. Naturalmente, il calvinismo finisce per ricevere diverse interpretazioni ed espressioni in tante culture diverse, ma i punti centrali sono sempre lì.
Questo non vuol dire che i riformati siano molto numerosi rispetto ai pentecostali e agli arminiani, per esempio. Quello che voglio dire è che il numero relativamente esiguo di riformati ha sperimentato una crescita che ha già attirato l’attenzione di molte denominazioni e ha provocato avvertimenti da parte dei loro leader.
La rinascita calvinista negli Stati Uniti non si sta verificando solo tra i battisti, ma tra molte altre denominazioni. Uno dei motori è il ministero di pastori riformati popolari come John Piper, R.C. Sproul, J.C. Mahaney, Paul Washer, Tim Keller, Kevin DeYoung e John MacArthur, tra gli altri. Gli eventi da loro promossi ricevono migliaia di pastori di tutte le denominazioni e i loro libri sono tradotti in decine di lingue, compreso il portoghese. In Brasile abbiamo quasi tutti i titoli di questi autori.
Il maggior interesse per la fede riformata in Brasile sembra essere da parte dei pentecostali. La presenza di pastori e leader pentecostali nei grandi eventi riformati in Brasile sta crescendo. Cresce anche il numero di pentecostali che acquisiscono la letteratura riformata. E sta crescendo il numero di chiese pentecostali indipendenti che stanno nascendo con una teologia già influenzata dal calvinismo. Anche alcune denominazioni pentecostali hanno ricevuto l’influenza calvinista a grandi passi.
Il ministero delle case editrici che pubblicano materiale riformato, come Cultura Cristã, Fiel e Publicações Evangélicas Selecionadas, per esempio, è servito a mettere le opere dei riformati brasiliani e internazionali nelle mani degli evangelici brasiliani desiderosi di una teologia coerente, e stanchi degli eccessi del neopentecostalismo e dell’aridità del liberalismo teologico.
Non ho una spiegazione definitiva per questo fenomeno del ritorno del TULIP. Per lo meno, è curioso che una fede così perseguitata e odiata come il calvinismo diventi improvvisamente oggetto di maggiore accettazione. Pochi nella storia della Chiesa sono stati così fraintesi, distorti, vilipesi, odiati e maledetti come Giovanni Calvino. Definito tiranno, despota, incendiario degli eretici, freddo, duro, determinista, creatore di un capitalismo selvaggio, Calvino ha sopportato mille morti per mano dei suoi detrattori, la maggior parte dei quali non hanno mai letto nemmeno una delle sue opere, e che si sono formati la loro opinione leggendo le opere dei critici.
Spero solo che, man mano che il movimento cresce in Brasile, i riformati imparino a mantenere ciò che è essenziale e biblico nella Riforma, senza trasformare in questioni di fede ciò che apparteneva a secoli passati in altre culture, come purtroppo è già successo in Brasile con alcuni gruppi. Che si ricordino che la fede biblica, che è la fede della Riforma, può esprimersi anche nella ricca e varia cultura brasiliana.
Traduzione di Andrea Lavagna.
Tematiche: Cristianesimo, Riforma, Teologia
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