Coraggio sacro – Come gli uomini cristiani si comportano da uomini

 

 

Fratelli, come obbediamo al comando “Vegliate, state fermi nella fede, comportatevi virilmente, fortificatevi” (1 Corinzi 16:13)? Come possiamo noi uomini comportarci da uomini?

 

“Comportarsi virilmente” è in greco andrizomai: cosa significa? Forse è una specie di cartellone pubblicitario di questo versetto, che fa riferimento ai comandi rivolti agli uomini che si trovano in esso.

 

Agire da uomini significa che stai attento. Esamini le minacce rivolte contro la tua famiglia, la tua chiesa e la tua anima. Cerchi lupi, demoni, i tuoi peccati peggiori e quelli degli altri. Stai attento, come un soldato, come un uomo.

 

Agire da uomini significa che sei saldo nella fede. Essere un uomo non significa possedere grandi ricchezze, ma essere posseduti da un grande Dio, far conoscere da che parte stai ed essere pronto a subirne le conseguenze piuttosto che scendere a compromessi, anche se sei solo.

 

Agire come un uomo significa essere forti, non che tu possa sollevare trecento chilogrammi, ma che non svenga nel giorno dell’avversità. Il medico ti prospetta esiti clinici inaspettati; tuo figlio si allontana dal Signore; tua moglie dopo decenni insieme viene chiamata dal Signore in un attimo. Ti senti in prigione. Satana ti dice di maledire Dio e morire, di mollare, di restare giù. Invece, ti metti in ginocchio e gridi: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto; sia benedetto il nome del Signore” (Giobbe 1:21).

 

Agire come un uomo significa fare tutto ciò che fai con amore (1 Corinzi 16:14). Quando guardi, non guardi come un mercenario, ma come un padre, un marito, un pastore. Quando rimani saldo nella fede, non è un semplice dovere, ma amore per Cristo. Rifiuti l’oscurità non perché sei “meglio di così”, ma perché il tuo Gesù è meglio di così.

 

Radici dell’Antico Testamento

Questi comandamenti rafforzano, ma non esauriscono, cosa significa agire come un uomo. Sebbene appaia solo qui nel Nuovo Testamento, la parola andrizomai ha radici nell’Antico Testamento (Septuaginta), attraverso il quale diventa un guardaroba per Narnia. Lì troviamo più che precetti e frasi; otteniamo immagini e storie.

 

“Agisci come un uomo” ha una ricca tradizione biblica e forse la storia più importante è quella di Giosuè. Nella storia di Giosuè, osserviamo che “agire come un uomo” non significa semplicemente essere coraggiosi, ma agire con un coraggio sacro.

 

Molti uomini senza Dio sono stati coraggiosi in guerra. I resoconti del D-Day riportano che volavano così tanti proiettili che creavano vento. Le foto mostrano soldati eroici seduti su barche, in attesa di entrare in quel tornado. Quando i cristiani “agiscono come uomini”, vogliano agire come uomini di Dio. Giosuè ci aiuterà.

 

Un ordine ripetuto sette volte

Entriamo nella storia di Giosuè mentre lui e gli Israeliti aspettano al confine della terra promessa. I quarant’anni di marcia sono finiti; le tombe della generazione senza fede sono disseminate nel deserto.

 

Dio ordina a questo popolo di ex schiavi di rischiare la vita, sulla base della sua promessa. Per gli standard umani, questa deve essere una serie di missioni suicide. In inferiorità numerica, inferiori per abilità, inferiori nella posizione, è stato loro detto di sconfiggere nemici più feroci, più numerosi e meglio fortificati. Orde di uomini forti sciamano dietro alte mura e a Israele viene detto di attaccare e non solo di attaccare eserciti più forti, ma di assalire con modalità insolite e altrimenti insensate. Alla loro prima conquista, Gerico, Dio interrompe la fornitura della loro scorta quarantennale di pane miracoloso, dice loro di attraversare il Giordano durante la stagione delle inondazioni e comanda loro di esporre il loro intero esercito agli occhi del nemico in pieno giorno per sette giorni consecutivi, e questo non molto tempo dopo la circoncisione di tutto l’esercito. Poi arriva la strategia di far crollare la fortificazione a doppia parete con un semplice suono.

 

Questi uomini devono rischiare una morte brutale con quella che sembra una tattica folle. Dovranno comportarsi come uomini. Nell’Antico Testamento (Septuaginta), il comando a essere forti,  appare sette volte in Deuteronomio 31 e Giosuè 1: da Mosè al popolo (Deuteronomio 31:6), da Mosè a Giosuè (Deuteronomio 31:7), da Dio a Giosuè (Deuteronomio 31:23; Giosuè 1:6, 7, 9) e dal popolo a Giosuè (Giosuè 1:18).

 

Quindi, cosa possiamo imparare sull’agire come uomini da queste ripetute chiamate ai margini della terra promessa?

 

1. Agire come uomini significa obbedire attraverso le avversità

Osserviamo già che il contesto per agire come uomini non è l’abbondanza, il tempo di pace o il comfort, ma piuttosto le difficoltà, il conflitto e il pericolo. Gli uomini maturi agiscono con saggezza quando i cuori battono, i palmi sudano, il cancro si diffonde. Lo sfondo più luminoso per le azioni maschili è quando i nemici si oppongono, le prove attendono ed è richiesto anche il sacrificio .

 

Ai margini della terra promessa, vediamo che agire come un uomo significa comportarsi in modo audace, eroico, andare avanti, anche quando la tua carne, il mondo e il suo buon senso ti dicono di ritirarti. Perché? Perché Dio lo comanda.

 

Non ci interessa il coraggio per amore del coraggio; vogliamo il coraggio per amore di Cristo. Il nostro agire come uomini è prima di tutto la nostra obbedienza a Dio: “Non te l’ho io comandato? Sii forte e coraggioso” (Giosuè 1:9). Agire come un uomo significa sapere che non siamo altro che uomini che devono rispondere al nostro Creatore. È lui che ci ha resi uomini, ha progettato la nostra natura più aggressiva, i nostri corpi più forti, le nostre indoli più ferme, e dovremmo cedere la nostra virilità a lui, non a noi stessi, agli idoli o a Satana. Agiamo come uomini in obbedienza al comando di Dio di diventare uomini.

 

2. Agire come uomini significa agire in base alle promesse di Dio

Le promesse di Dio non negano la nostra azione, ma la incoraggiano. Israele avrà la terra che Lui ha promesso, ma devono comunque combattere. Leggiamo che Dio avrà un popolo per sé, quindi condividiamo il Vangelo. Leggiamo che Dio sta abbellendo la sua chiesa, quindi prendiamo da parte i fratelli e chiediamo del peccato. Di conseguenza, agire come uomini significa aspettarsi il successo nelle proprie fatiche, non perché si è grandi, ma perché Dio ha promesso.

Al confine della terra promessa, Dio non comanda semplicemente ai suoi uomini di rischiare ciecamente; rivela i risultati sicuri della loro fedeltà. Andate avanti, siate forti, agite come uomini, perché? Perché il vostro Dio “distruggerà queste nazioni davanti a voi” e “le consegnerà a voi” (Deuteronomio 31:3-6).

Dio dice la stessa cosa per spronare Giosuè:

 

Nessuno potrà resistere di fronte a te tutti i giorni della tua vita… Sii forte e coraggioso, perché tu metterai questo popolo in possesso del paese che giurai ai loro padri di dar loro.
(Giosuè 1:5-6)

 

Giosuè trasmette questa lezione in modo drammatico, la vittoria di Israele contro cinque re nemici, usando queste parole:

Non temete, non vi sgomentate, siate forti e coraggiosi, perché così farà il Signore a tutti i vostri nemici contro i quali dovrete combattere.
(Giosuè 10:25)

 

La speranza di Israele non era basata su buone sensazioni; non dichiararono il loro destino per fare in modo che si avverasse o espressero un desiderio guardando una stella. Dio diede loro delle promesse, non di comodità, conforto o persino che ogni soldato sarebbe sopravvissuto, ma di vittoria finale. Non abbiamo promesse più gloriose nel nostro racconto? «A chi vince», dice Gesù, «darò da mangiare dell’albero della vita, che è nel paradiso di Dio» (Apocalisse 2:7).

 

 

3. Agire come uomini significa agire con Dio

Gli uomini mondani e materiali pensano che agire come un uomo significhi agire senza aiuto, essere un uomo fatto da sé. Al contrario, Mosè ordina a Israele:

 

Siate forti e coraggiosi, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore, il tuo Dio, è colui che cammina con te; egli non ti lascerà e non ti abbandonerà. (Deuteronomio 31:6)

 

E ancora e ancora e ancora a Giosuè: “Io sarò con te…  Proprio come sono stato con Mosè, così sarò con te. Non ti lascerò né ti abbandonerò… Non aver paura e non essere sgomento, perché il Signore tuo Dio è con te dovunque tu vada” (Deuteronomio 31:23; Giosuè 1:5:9).

 

Cosa distingue l’uomo cristiano che agisce come un uomo? L’uomo cristiano che agisce come un uomo si aspetta che il suo Dio agisca nel suo agire umano. In altre parole, la nostra forza non è nella nostra forza. “Del resto, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza” (Efesini 6:10). Il canto virile di Davide è di attendere il Signore: “Aspettate il Signore; agite da uomini, e il vostro cuore diventi forte; aspettate il Signore!” (Salmo 27:14, LXX).

 

Ai confini dell’altro mondo, aspettiamo Dio e, mentre lo facciamo, tentiamo grandi cose per lui perché lui è con noi. Spurgeon lo ha espresso in modo memorabile in questo modo:

 

Lanciatevi nel profondo. Non continuate sempre a pescare gamberetti lungo la riva. Tentate grandi cose per Dio. Tentate qualcosa che per ora non siete in grado di fare. Qualsiasi sciocco può fare ciò che può fare; è solo il credente che fa ciò che non può fare. “C’è forse qualcosa di troppo difficile per il Signore?” Ripiegare sull’onnipotenza, e poi andare avanti con la sua forza.

Qualsiasi stolto può fare ciò che lui solo può fare. Solo l’uomo di Dio potrebbe fare ciò che solo Dio può fare.

 

4. Agire come uomini significa agire con altri uomini per il bene del popolo di Dio

Il comando di agire come un uomo è dato a Giosuè individualmente, ai leader di Israele in particolare e all’intera comunità in generale. In 1 Corinzi 16:13, Paolo si rivolge all’intera chiesa ad agire come uomini. La loro azione virile piena di fede deve essere compiuta insieme come un corpo unito con molti membri diversi. Ci aiuteremo tutti a vicenda per raggiungere la gloria o ci aiuteremo a distruggerci a vicenda con l’incredulità.

 

Coraggio e codardia sono entrambi contagiosi. Gli uomini hanno bisogno di vedere altri uomini agire come uomini. Gli altri uomini hanno bisogno di vederci agire come uomini. Ciò è meravigliosamente illustrato da Ioab e suo fratello Abisai. Quando il loro esercito venne attaccato dal fronte e dalle retrovie. Ioab divise le sue truppe, mise Abishai a capo dell’altra metà e dice:

 

Se i Siri sono più forti di me, tu mi verrai in soccorso; e se i figli di Ammon sono più forti di te, verrò io a soccorrerti. Abbi coraggio, e dimostriamoci forti per il nostro popolo e per le città del nostro Dio; e faccia il Signore quello che gli piacerà. (1 Cronache 19:12-13)

 

Dobbiamo “agire da uomini e usare la nostra forza per il nostro popolo e per le città del nostro Dio”, lasciando che il Signore faccia ciò che gli sembra bene. E ci incoraggiamo l’un l’altro: “Se questa prova o tentazione è troppo forte per me, allora mi aiuterai, ma se quella prova è troppo forte per te, allora ti aiuterò io”.

 

5. Agire da uomini significa seguire il nostro più grande Giosuè

Israele non era un corpo senza testa; il popolo di Dio seguiva il suo capo designato: Giosuè. Anche gli uomini cristiani seguono un capo glorioso. È appropriato che Gesù e Giosuè condividano lo stesso nome nelle Scritture (Yeshua in ebraico). Giosuè era un’ombra del Giosuè migliore che sarebbe venuto.

 

Fratelli, viviamo al confine dell’eternità. Un male inquieto minaccia le nostre famiglie, le nostre chiese, le nostre comunità. Nemici feroci e fortificati bloccano la strada: ci superano, siamo in inferiorità numerica, meno potenti e persino inferiori per specie: “Il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti ” (Efesini 6:12).

 

Un Leader sta in mezzo a noi, cammina con noi e prima di noi, uno che è forte e si è comportato in modo eccellente durante il suo cammino sulla terra. Il nostro Giosuè non è entrato nella terra promessa; ne è disceso. Non ha semplicemente interpretato l’uomo; è diventato un uomo. Non ha avuto bisogno di coraggio per uccidere i suoi nemici, ma di pazienza per evitare di distruggere i suoi avversari prematuramente. Il nostro Giosuè non aveva un Abisai a proteggergli le spalle. Quando affrontò la morte, nessuno venne a salvarlo. Agì in base alle promesse di Dio, ma quelle promesse garantirono l’ira di Dio e la sua morte, ma poi risuscitò.

Non seguiamo solo il Cristo crocifisso, ma quello risorto. “Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che egli fosse da essa trattenuto” (Atti 2:24). Non si arriva al capitolo 16 di 1 Corinzi senza prima passare dal capitolo 15, il grande capitolo della resurrezione del nostro Re e della nostra. Gesù è risorto, è risorto davvero! E in lui, risorgeremo anche noi. Esiste un esercito più formidabile di uno che non ha paura della morte? Chi meglio degli uomini immortali può interpretare l’uomo?

 

Uomini, per fede, sentite il collo del peccato, della morte e del dolore sconfitti sotto i vostri piedi, e sentite il vostro Signore dire: “Non temete, non vi sgomentate, siate forti e coraggiosi, perché così farà il Signore a tutti i vostri nemici contro i quali dovrete combattere” (Giosuè 10:25). Guardatelo cavalcare un cavallo bianco, una spada in bocca, il fuoco negli occhi. Sulla sua coscia è scritto: “Re dei re e Signore dei signori”. Le cicatrici sulle sue mani lo contraddistinguono come l’uomo di guerra. Sicuramente possiamo recitare l’uomo con un tale Cristo con noi. Agire come uomini significa agire come lui, con lui, finché non lo vediamo faccia a faccia.

 

 

 

Tematiche: Coraggio, Perseveranza, Uomini, Vita Cristiana

Greg Morse

Greg Morse 

E’ uno degli scrittori dello staff di desiringGod.org e si è laureato al Bethlehem College & Seminary. Lui e sua moglie Abigail vivono a St. Paul.

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