Come possiamo dire che il cristianesimo sia l’unica religione giusta? (Parte1)

 

 

Tratto dal libro: “Sopravvivere all’università (“Lettere a uno studente cristiano che lotta per conservare la sua fede”).
Edizioni Coram Deo.

 

Cara Emma,

una delle cose più entusiasmanti dell’esperienza universitaria è la possibilità di entrare in contatto con così tanti tipi diversi di persone e i loro vari sistemi di pensiero. Se è vero che il mondo è bello perché è vario, allora troverai tutta la varietà che vorrai all’università. Ormai sarai forse sopraffatta (o chissà esaltata) dalla portata e dall’estensione della diversità che ti circonda. È come immergersi nella foresta pluviale dell’Amazzonia e ammirare un complesso ecosistema colmo di magnifiche creature che neanche sapevi esistessero.
C’è l’accanito ateo naturalista, tuo vicino di casa, che pensa che l’universo sia pura materia in movimento e nega l’esistenza di qualunque dio o essere trascendente.

C’è il devoto taoista del tuo corso di economia che si dedica alla meditazione e alla scoperta di sé, tipicamente orientale. Poi incontri l’attivista LGBT, il cui scopo di vita è denunciare qualsiasi forma di “discriminazione” legata all’orientamento sessuale. Non dimentichiamo il coinquilino che vive una sorta di “spiritualità” alla Oprah Winfrey, ma non si riconosce in nessuna forma di religione organizzata. Ovviamente, ci sono innumerevoli studenti che non hanno mai veramente riflettuto su quel che credono o sulla ragione per cui lo fanno.

Poi ci sei tu: come tutti gli altri, anche tu nutri una serie di convinzioni sul mondo, su Dio, sulla moralità e così via. Sei parte della diversità ideologica presente all’Università della Carolina del Nord, ma c’è una differenza sostanziale: come credente convinta, credi che esista un solo vero Dio e che tutti siano chiamati ad adorare solo lui. Non credi che il cristianesimo sia soltanto una delle tante buone religioni possibili o che, come una volta disse Mahatma Gandhi, “le religioni sono strade diverse che convergono verso uno stesso punto”.

In altre parole, il tuo credo religioso è esclusivo.

Tutto questo ti creerà dei problemi: in una cultura consacrata al relativismo e alla tolleranza, poche cose sono più offensive dell’affermare che esista una sola religione giusta. Anni fa, ricordo di aver visto l’intervista di Oprah Winfrey a Tom Cruise circa la sua fede in Scientology. Il suo scetticismo era evidente; Cruise stava facendo di tutto per spiegare le sue convinzioni. Poi Oprah gli pose la più tagliente delle sue domande: “Così voi di Scientology non credete che la vostra sia l’unica via?”.
Si poteva percepire quanto la tensione fosse improvvisamente cresciuta: la risposta dell’attore a quella singola domanda avrebbe determinato tutto il resto della conversazione. Ovviamente non poteva credere che la sua religione fosse l’unica giusta, vero? Chi potrebbe mai credere una cosa simile?
Tom Cruise scelse la risposta più politicamente corretta: “No. Siamo qui per aiutare. Non è che tu ci debba per forza credere, … [che] tu debba credere a ciò in cui credo io”.

Appena pronunciò queste parole, tutta la pressione svanì nel nulla; fintanto che non credi all’esclusività della tua religione, allora va tutto bene.
Qual è il problema nel sostenere che il proprio credo sia l’unico corretto? Perché è così scandaloso? Ecco alcune delle obiezioni che sentirai.

I cristiani non sono forse dei saccenti arroganti?

Per alcuni, i cristiani appaiono incredibilmente arroganti quando sostengono che la loro sia l’unica via. Chi sei tu per dire una cosa simile? Chi ti credi di essere? I cristiani non sono forse chiamati all’umiltà? L’acceso sostenitore dell’ateismo, Christopher Hitchens, ben esprime questo sentimento quando dichiara che è “fantasticamente arrogante” affermare di conoscere la mente di Dio.

Alcuni credenti sentono tutto il peso emotivo di simili domande; non vogliono essere saccenti arroganti, così si sentono costretti ad addolcire le affermazioni esclusive del cristianesimo. Dopotutto, forse la loro non è l’unica via, potrebbero pensare. Magari è solo una delle tante buone opzioni.
Emma, sarai tentata a sviarti su questo sentiero: hai un animo gentile e dolce che non vuole offendere nessuno (e questa è una cosa buona!). Potresti pensare che il modo migliore di agire sia di cercare di rendere meno esclusivo il cristianesimo, ma devi ricordarti che dicendo che Cristo è l’unica via non sei affatto arrogante. Voglio spiegarti perché.

Nascosta dietro l’accusa di arroganza, sta una precisa supposizione circa il funzionamento delle religioni. Molti non credenti considerano la “religione” un mero tentativo umano di scoprire e imparare cose su Dio; semplicemente, certi uomini cercano di capire il divino. Ciò significa che qualsiasi conoscenza religiosa la gente abbia dipende da precisi sforzi religiosi, dal loro impegno, dal loro zelo e dai loro atti di devozione. Inoltre, questo discernimento (essendo frutto di sforzi umani) è inevitabilmente imperfetto e fallibile.

Sulla base di questa definizione di religione, è ovvio che le convinzioni cristiane appaiano arroganti! In pratica, staremmo affermando di essere gli unici abbastanza intelligenti e devoti da capire veramente Dio. Tristemente, ci sono anche molti cristiani che mossi da buone intenzioni, nutrono questa visione errata della religione, il che spiega perché molti di loro sono restii a sostenere la pretesa di esclusività del cristianesimo. Non è questa, però, la visione che storicamente i cristiani hanno nutrito circa il funzionamento della religione. In effetti, questa veduta totalmente umana è l’esatto opposto.

Come discusso nella mia lettera precedente, non sosteniamo di conoscere veramente Dio perché siamo migliori, o più intelligenti e devoti di tutti gli altri. La nostra comprensione non viene dai nostri sforzi, ma piuttosto è il risultato della rivelazione misericordiosa di Dio. Per il cristianesimo, la religione non consiste nella ricerca umana di Dio: piuttosto, è il Signore che si mostra agli uomini, che cerca i peccatori perduti e apre i loro occhi alla verità. Questa convinzione è tutt’altro che arrogante.

È importante ricordare che una data affermazione non è arrogante soltanto perché è “grande” o significativa nella sua portata o nel suo impatto. Tutto dipende dall’esistenza o meno di solide basi per avanzare la propria pretesa; i credenti hanno validi motivi per credere che Gesù sia l’unica via, dato che lui stesso l’ha detto nella sua Parola! Egli affermò: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giov. 14:6).

È arrogante credere semplicemente in ciò che Gesù ha detto di sé? Assolutamente no. È quanto lui stesso ha sostenuto, quindi non è farina del nostro sacco; stiamo semplicemente divulgando le sue parole. Dunque, l’obiezione di fatto è rivolta contro Gesù. Alla fine tutto si riduce a ciò che ognuno crede su di lui, non su di noi. Gesù è arrogante nel sostenere di essere l’unica via per Dio? Beh, dipende da quale sia la sua identità. Non disse di essere un semplice uomo o solo un profeta, ma piuttosto il Figlio di Dio. Come tale, ha senza dubbio l’autorità di dirci quale sia l’unica maniera nella quale gli uomini possano andare in cielo.

 

Tutte le religioni non sono forse uguali?

 

C’è forse un’altra obiezione (forse anche più pesante) alla pretesa di esclusività del cristianesimo. Oltre a essere considerati arroganti, alcuni criticano i credenti sostenendo che tutte le religioni siano essenzialmente uguali. Perché dovremmo pensare che il cristianesimo sia l’unica via quando tutti i credi predicano lo stesso messaggio, invitando ad amare il prossimo e a essere brave persone? Naturalmente, ci sono differenze teologiche minime, ma alla fine tutte le religioni sembrano puntare a uno stesso scopo, ossia rendere il mondo un posto migliore.

A prima vista, un simile ragionamento sembra alquanto plausibile. In effetti, fa sì che i credenti sembrino litigiosi, alla costante ricerca di conflitto con le altre religioni. Se però si guarda la questione più da vicino, si vedrà che in verità non è affatto così. Prima di tutto, le religioni non sono affatto tutte uguali: presentano differenze profonde e inconciliabili. Alcune insegnano che esiste un solo Dio, mentre altre spingono a credere in più divinità: non è possibile che entrambe le vedute siano corrette. Certi credi sostengono che il Corano sia parola di Dio, ma altri no: chi ha ragione? C’è chi afferma che l’inferno esista e chi invece non ci crede, chi dice che Gesù sia risorto dai morti e chi sostiene che sia ancora nella tomba. Non possono essere nel giusto entrambi.

È chiaro che non tutte le religioni possono essere giuste. Qualcuno deve sbagliarsi. Penso che la maggior parte delle persone nella tua università, se messe sotto pressione, arriverebbe ad ammetterlo. A livello retorico, sostengono che “tutte le religioni siano uguali”, ma quando sono messi dinanzi alla cruda realtà di certe religioni cambiano rapidamente idea. Sappiamo, per esempio, che molte religioni antiche praticavano il sacrificio dei bambini, dal culto del dio cananeo Molek fino alla religione degli Inca. Siamo tenuti ad accettare tutte queste religioni, considerandole altrettanto valide quanto tutte le altre? Certamente no.

 

Dubito che molti dei tuoi amici all’università siano pronti a sostenere la verità delle varie credenze createsi a proposito degli alieni, come per esempio la brasiliana Vale do Amanhecer (Valle dell’alba) con i suoi ottocentomila seguaci convinti di essere alieni in forma umana! Perciò, persino i più convinti sostenitori del postmodernismo devono ammettere che non tutti i sistemi religiosi possono essere nel giusto.
In secondo luogo, ci sono determinate caratteristiche del cristianesimo che lo rendono completamente diverso dal resto delle credenze mondiali. La differenza fondamentale è questa: il cristianesimo non è soltanto un’altra religione che aiuta a essere persone migliori. Inutile dire che ciò contrasta nettamente con quanto molti credono a proposito della religione; basta pensare alla celebre serie televisiva The Good Place, con Kristen Bell. Per quanto possa suonare strano, si tratta di una serie incentrata sul cielo (da qui il titolo, il bel luogo) e l’inferno (il brutto luogo).

Secondo il programma, il bel luogo è dove vanno le persone buone, a prescindere dal loro credo religioso; che tu sia induista, buddista o musulmano, potrai andarci se le tue buone opere saranno più numerose delle tue cattive azioni.
Invece, il cristianesimo afferma qualcosa di stupefacente, contro ogni logica, unico: sostiene che le persone cattive vanno nel bel luogo. Pensaci per un momento: il cielo non è per i buoni, ma per i peccatori perdonati per grazia.
Chiariamo: di certo a Dio interessa il modo in cui viviamo; in un certo senso, possiamo dire che i credenti sono chiamati a essere “buone persone” con l’aiuto dello Spirito, ma l’ubbidienza ai comandamenti del Signore non è la via per la salvezza (come così tante altre religioni affermano), ma un atto di riconoscenza per la grazia e la misericordia dimostrataci. Non siamo salvati dalla nostra ubbidienza, ma siamo salvati per ubbidire.

Il punto è questo: non possiamo essere tanto buoni da ripristinare la nostra relazione con Dio,

spezzata dal peccato. Il moralismo non è la soluzione, bensì è il problema.

È qui che il cristianesimo si distingue nettamente: il problema del peccato è risolto non da un nostro tentativo sempre più zelante di diventare migliori, ma da Dio stesso, venuto sulla terra in forma umana per vivere una vita giusta e morire per i peccati del suo popolo. In altre parole, la soluzione è ciò che nessun’altra religione ha (o potrebbe avere): la persona di Gesù Cristo.
Questa realtà evidenzia il motivo per cui il cristianesimo è esclusivo: non affermiamo che sia ’unica via perché siamo orgogliosi di noi stessi o perché cerchiamo il modo di promuovere il nostro credo al di sopra di ogni altro. Il cristianesimo sostiene di essere l’unica via perché è l’unica religione che offre una vera soluzione al problema del peccato, l’unica che preveda un sacrificio espiatorio che paghi il nostro debito.

Dunque, esiste una logica interna che spiega l’esclusività del cristianesimo. Pensaci per un momento: se ci fosse un altro modo per avere accesso al cielo, perché allora Gesù sarebbe dovuto morire? Perché mai avrebbe sofferto una morte così terribile se fosse stato possibile andare in cielo semplicemente attenendosi per esempio all’ottuplice sentiero buddista? Ecco perché Pietro poté dichiarare con certezza: “In nessun altro vi è la salvezza, poiché non c’è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati” (At. 4:12).

 

Qui trovi il collegamento alla pagina del libro da cui è tratto l’articolo:

Sopravvivere all’università

Tematiche: Battaglia spirituale, Cultura e Società, I nostri libri, Vita Cristiana

Michael J. Kruger

Michael J. Kruger

 

E’ presidente della Reformed Theological Seminary’s Charlotte, nella Carolina del Nord, dove serve anche come professore di Nuovo Testamento. Ha servito come presidente dell’ Evangelical Theological Society (ETS) nel 2019. É l’autore di Christianity at the Crossroads: How the Second Century Shaped the Future of the Church (IVP Academic, 2018) e Canon Revisited: Establishing the Origins and Authority of the New Testament Books (Crossway, 2012). Scrive regolarmente sul blog di Canon Fodder.

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