Come parlare del Giubileo agli amici cattolici?
A Roma, dove vivo, le conversazioni sul Giubileo sono inevitabili. Si prevede che nel 2025 attirerà 35 milioni di pellegrini cattolici con il tema “Pellegrini della speranza”, ispirato a Romani 5,5: “La speranza non delude”. Anche se il Giubileo potrebbe non dominare le conversazioni altrove, con oltre 1,3 miliardi di cattolici in tutto il mondo e un desiderio universale di speranza, gli evangelici dovrebbero essere pronti a impegnarsi in conversazioni ponderate con gli amici e familiari cattolici.
Capire cos’è il Giubileo
L’anno del Giubileo si trova nella Bibbia. Delineato nel Levitico 25, il Giubileo era un “reset” ordinato da Dio per Israele ogni 50 anni. Comportava il condono dei debiti, la restituzione delle proprietà, la liberazione degli schiavi e il riposo dei terreni. Rifletteva la giustizia, la misericordia e la previdenza di Dio per il suo popolo. Una risorsa eccellente per comprendere il Giubileo è il libro di Leonardo De Chirico, Il Giubileo. Molto più e molto meglio di un anno santo.
Al contrario, il Giubileo di Roma, istituito nel XIV secolo e che si tiene ogni 25 anni, invita i pellegrini a perseguire il rinnovamento spirituale attraverso il guadagno di indulgenze, ossia la remissione della punizione temporale per i peccati già perdonati. Le indulgenze forniscono una grazia basata sulle opere. Vengono concesse attraverso atti prescritti dalla Chiesa, come visitare le quattro basiliche principali di Roma ed entrare nelle Porte Sante. I pellegrini che soddisfano le condizioni, tra cui un cuore contrito e le preghiere prescritte, possono guadagnare un’indulgenza per se stessi o per una persona defunta in Purgatorio. Tenendo presente questo, come potrebbe un evangelico parlare del Giubileo a un cattolico?
Chiedi ai tuoi amici cosa significa il Giubileo per loro
Nel nostro contesto, la maggior parte delle persone parla dell’afflusso di pellegrini e dell’impatto che avrà sulle infrastrutture di Roma. Forse i nostri amici e familiari cattolici sono entusiasti dell’opportunità di visitare la Città Eterna. Roma è davvero un luogo bellissimo e affascinante da visitare, e perché non cogliere l’opportunità di farlo in un anno di Giubileo? Tuttavia, molti cattolici esprimono un sincero desiderio di avvicinarsi a Dio, cercando un rinnovamento spirituale, la speranza o l’opportunità di aiutare i propri cari che ritengono stiano soffrendo in Purgatorio. Pertanto, il Giubileo di Roma offre loro molto di più che splendidi siti e cibi deliziosi: offre un modo per soddisfare il desiderio umano di speranza, di restaurazione e di rinnovamento.
Afferma il desiderio umano di speranza e rinnovamento
Tutti noi desideriamo speranza e rinnovamento, soprattutto in un mondo segnato da conflitti, divisioni e rotture. Una rapida scorsa alle notizie quotidiane mette in evidenza il nostro desiderio di giustizia e di pace, mentre le pubblicità offrono fughe temporanee per trovare felicità, soddisfazione, pace e riposo. Quando parliamo del Giubileo con gli amici cattolici, possiamo affermare il desiderio di qualcosa che ci dia speranza. Tutti desiderano la libertà dai fardelli, il perdono dei debiti (sia letterali che spirituali) e un nuovo inizio.
Il desiderio universale di un mondo in cui regnino la giustizia e la misericordia fa parte dell’essere fatti a immagine di Dio e creati per godere di una relazione con Lui, relazione che è stata interrotta a causa del peccato di Adamo (e nostro). Pertanto, possiamo immedesimarci in coloro che partecipano alle attività dell’Anno Giubilare con il desiderio di avvicinarsi a Dio e per cercare pace e protezione dalle conseguenze del peccato.
Afferma le origini bibliche dell’Anno giubilare e il suo adempimento da parte di Cristo
Qui è il momento di parlare del significato del Giubileo per noi. Il concetto di Giubileo nel Levitico 25 esalta la cura di Dio per il suo popolo attraverso la restaurazione, la liberazione e le provvidenze. Tuttavia, la storia mostra che l’Israele nazionale non è riuscito a osservarlo perfettamente, né a sperimentare i suoi obiettivi in modo duraturo. Questo perché il Giubileo biblico indicava il suo compimento finale in Gesù Cristo. Luca 4,18-19 riporta le parole di Gesù all’inizio del suo ministero terreno. Citando il profeta Isaia, Gesù dichiarò,
Lo Spirito del Signore è su di me, perché mi ha unto per annunciare ai poveri la buona novella. Mi ha mandato a proclamare la libertà ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, a liberare gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore. – Luca 4,18-19
Citando queste parole, Gesù si è identificato come colui che realizza il Giubileo definitivo attraverso la Sua vita, morte e resurrezione, portando la vera libertà dal peccato, la liberazione dalla schiavitù spirituale e il riposo eterno prefigurato dal Giubileo.
Correggi gentilmente la speranza mal riposta negli sforzi umani e nelle istituzioni
A questo punto, spieghiamo delicatamente che la speranza riposta in tutto ciò che non è l’opera finita di Cristo non è una speranza duratura. Nessun rituale, pellegrinaggio o sforzo umano può garantire la libertà che Cristo ha già realizzato (Efesini 2,8-9). Sia il Giubileo nel Levitico che il Giubileo romano evidenziano il bisogno di libertà e di riposo, ma nessuno dei due può realizzarlo. Il Giubileo romano, anche se forse con buone intenzioni, sposta la speranza sulle opere e sulle mediazioni umane piuttosto che sull’opera conclusa di Gesù, minando in definitiva l’opera e la mediazione di Cristo.
Possiamo affermare che le tradizioni religiose possono essere belle e ispirarci a riflettere sulla speranza di Dio. Ma dobbiamo essere cauti nel non fidarci delle istituzioni umane o dei rituali che pretendono di mediare la grazia, facendo per noi ciò che Gesù ha già fatto una volta per tutte (Ebrei 10,10-14; Romani 6,10). Invece, Cristo offre il perdono e la libertà senza condizioni, assicurando che coloro che confidano in Lui siano pienamente riconciliati con Dio (Romani 8,1; Colossesi 2,13-14).
Offri il Vangelo come la speranza vera e sicura
Possiamo dire al nostro amico che la vera speranza non risiede nelle opere umane, ma nella fiducia che Dio è venuto a noi in Cristo (Giovanni 1,14). Gesù ha fatto ciò che noi non avremmo potuto mai fare. Ha pagato il nostro debito e ha eliminato la punizione che meritavamo (2 Corinzi 5,21; Galati 3,13; 1 Pietro 2,24). La “speranza che non delude” di Romani 5,5 è quindi radicata nella nostra giustificazione attraverso la sola fede in Gesù Cristo, non in rituali o mediazioni istituzionali. Gesù ha detto: “Io sono la porta. Se uno entra da me, sarà salvato, entrerà e uscirà e troverà pascoli” (Giovanni 10,7-9). Le Sue parole ci assicurano una pace duratura con Dio, ci danno la potenza di amare sia Dio che il prossimo, e ci offrono riposo e riconciliazione che nessun pellegrinaggio o indulgenza può fornire.
Ricordiamo che milioni di persone che si recheranno a Roma quest’anno per un’indulgenza arriveranno con cuori sinceri e anime oppresse. Attraverseranno le “porte sante” in cerca di speranza e rinnovamento. Come evangelici, abbiamo l’opportunità di indicare loro l’unica porta che conduce alla salvezza: Gesù Cristo. Per la sola grazia di Dio, per la sola fede, in Cristo, ogni giorno può essere un Giubileo, un momento di libertà, di riposo e di pace con Dio. Questa è una speranza che non delude e non può deludere.
Articolo precedentemente apparso su LociCommunes. Pubblicato con permesso
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Tematiche: Bibbia, Cattolicesimo, Comunicazione, Giubileo
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