Come migliorare la vostra predicazione

 

Negli ultimi anni ho riflettuto spesso su come potrei migliorare la mia predicazione. Ho quarantadue anni e da quando ne avevo venticinque ho predicato praticamente ogni settimana. In questo lasso di tempo ho predicato circa settantacinque sermoni all’anno. Il conto lo lascio fare a voi; sono molti sermoni. Spero che i sermoni che predico oggi siano migliori di quelli che ho predicato in passato e mi auguro di poter migliorare ancora.

 

La predicazione è una cosa strana. È per metà arte e per metà scienza, inoltre, richiede grande sforzo e disciplina, ma anche una certa dose di creatività. Come pastore, posso dire che niente mi soddisfa di più che preparare un buon sermone, e in confronto tutto sembra più facile (o quasi).

 

Valutare la predicazione è estremamente difficile. Ho avuto modo di ascoltare sermoni che, per quanto riguarda la tecnica, erano dei veri e propri modelli di riferimento, ma mancavano completamente di unzione e potenza. Allo stesso modo, ho avuto l’opportunità di ascoltare sermoni disastrosi dal punto di vista tecnico, ma che riuscivano a trasmettere il senso del testo biblico in modo efficace e che mi hanno toccato profondamente. Scommetto di aver predicato entrambi i tipi di sermone.

 

Valutare i sermoni non solo è complicato, ma anche altamente soggettivo. Alcune persone, ad esempio, pensano che i miei sermoni siano troppo densi di informazioni, mentre altri mi hanno detto che faccio troppo umorismo. Potrebbero avere entrambi ragione o entrambi torto. È difficile a dirsi. Persino i nostri eroi della predicazione hanno suscitato opinioni discordanti.

 

Spurgeon aveva indubbiamente un grande talento, ma era veramente un espositore modello? Lloyd-Jones è uno dei miei preferiti, ma aveva tutta una serie di abitudini che non dovrebbero essere imitate. Non esiste un unico modo di predicare sermoni efficaci e fedeli al testo, così come non esiste un unico modo di valutarli. Anche se riuscissi a convincere i membri spiritualmente più maturi della mia chiesa a esprimere un parere sincero riguardo ai miei sermoni, immagino che menzionerebbero, oltre a molti luoghi comuni, un’ampia gamma di punti di forza e di debolezza.

 

Tornando al discorso di prima, desidero vedere dei miglioramenti. Sarò anche un leader, un consulente, uno scrittore, un insegnante, un mentore, un redattore e mi occupo anche di questioni amministrative, discepolato, team building, raccolta fondi e molte altre cose oltre ad essere pastore, ma la cosa principale di cui mi occupo è la predicazione. Di tutte queste cose, quest’ultima è quella in cui vorrei migliorare il più possibile. Se qualcuno dovesse notare i miei progressi (1 Tim 4:15), spero che uno degli aspetti in cui vedano tali progressi sia proprio la predicazione.

 

Oggi continuo ad ascoltare sermoni di altri predicatori (anche se di meno rispetto a quando ero più giovane) e continuo a leggere (e rileggere) libri sulla predicazione. Non mi considero certo un predicatore modello, anzi, come disse Lloyd-Jones, non mi sognerei mai di uscire di casa per andare ad ascoltarmi quando predico, ma dato che i cari santi di Christ Covenant Church lo fanno, desidero predicare nel modo più piacevole e biblicamente fedele possibile.

 

Domande da porsi

Ecco le undici domande che mi pongo quando rifletto su come potrei migliorare la mia predicazione. Non è che le utilizzi come un elenco di cose da controllare settimanalmente, però è il tipo di domande che di solito mi ronzano in testa e su cui medita il mio cuore.

 

1. Sto forse cercando delle scorciatoie durante la mia preparazione?

Per quanto riguarda il tempo da dedicare allo studio, non seguo nessuna regola in particolare. L’idea di dedicare un’ora di studio per ogni minuto che passerò sul pulpito mi è sempre sembrata assurda e impossibile, inoltre, con questa tecnica vengono fuori sermoni troppo densi di contenuti. Più tempo si passa a preparare un buon sermone, meno ce ne vorrà in futuro. Dovrebbe essere così per chiunque, a prescindere dal lavoro che si svolge. Detto ciò, esprimo la mia solidarietà verso quei pastori che devono prepararsi per ben quattro appuntamenti settimanali: la domenica mattina, la domenica sera, la scuola domenicale e il mercoledì sera.

 

Il fatto è che durante la settimana non c’è abbastanza tempo per produrre quattro messaggi di qualità e a volte il tempo non basta neanche per prepararne tre o persino due. In questi casi si deve necessariamente riutilizzare del materiale vecchio e rinunciare a dare il massimo in uno di questi appuntamenti. Al di là di tutto ciò, voglio assicurarmi che non stia sviluppando l’abitudine di riciclare vecchio materiale per l’insegnamento principale, né di fare affidamento sul lavoro degli altri, né di permettere che le altre attività del ministero pastorale mi impediscano di dedicare alla preparazione il tempo che vorrei. Preparare un buon sermone richiede tempo.

 

2. Ho imparato cose nuove durante la mia preparazione?

Amo insegnare e predicare perché amo imparare. A volte sono costretto a riutilizzare del materiale vecchio, soprattutto quando devo predicare in altre chiese, ma in questi casi il brivido della predicazione è molto meno intenso. Il piacere deriva per metà dal fatto di aver imparato cose nuove durante la settimana da condividere con altri.

 

Fondamentalmente, i predicatori possono mantenere viva l’attenzione dei loro ascoltatori in tre modi: con la forza della loro personalità, con le loro storie geniali, oppure stimolando il loro intelletto attraverso le informazioni. Ovviamente anche lo Spirito Santo è all’opera ed egli può servirsi di tutte e tre le cose, ma ho l’impressione che molti predicatori, forse troppi, quando non hanno più niente di interessante da dire, facciano affidamento sulla loro drammaticità, a volte anche fingendo, per fare in modo che le persone tornino ad ascoltarli anche la settimana successiva.

 

3. C’è stato qualcosa nella preparazione che mi ha toccato personalmente?

Quando studio non voglio soltanto imparare cose nuove, voglio anche provare nuove sensazioni oppure ravvivarne di vecchie. È difficile commuovere qualcuno con un sermone che non ha toccato prima di tutto noi.

 

4. Le parti migliori del sermone avevano a che fare con il testo?

Molte volte accade che il pezzo forte del sermone ha poco a che fare con l’esegesi del testo. A quanto pare, la potenza dei sermoni proviene spesso da illustrazioni, invettive o digressioni messe al posto giusto, invece che dai tesori che abbiamo dissotterrato dalla Bibbia durante la settimana.

 

5. L’umore del sermone corrispondeva a quello del testo?

Quando un predicatore impone al testo la propria personalità, i suoi sermoni sembrano tutti uguali. Di conseguenza, se un pastore è premuroso e tenero, i suoi sermoni tenderanno a essere di conforto. Se invece un pastore è solito rimproverare o esortare, tutti i suoi sermoni sembreranno una lavata di capo.

 

Separare completamente la personalità del predicatore dai suoi sermoni è impossibile, tuttavia, ogni predicatore deve fare attenzione, lasciando che sia il testo a stabilire l’umore del sermone e non la sua personalità. Il fatto che la predicazione debba essere incentrata sul vangelo non significa che ogni sermone debba sembrare il solito messaggio riguardo alla riconciliazione che abbiamo in Cristo. I sermoni dovrebbero essere rassicuranti, minacciosi, basati sulla realtà dei fatti, carichi di imperativi, trascendenti o immanenti, a seconda dell’umore del testo.

 

6. Sto riposando abbastanza?

È difficile essere emotivamente sani, intellettualmente lucidi e retoricamente creativi quando si è esausti.

 

7. Sto facendo esercizio fisico regolarmente?

Avete letto gli studi e sapete bene che le nostre menti lavorano meglio quando svolgiamo attività fisica regolarmente. Spesso la miglior preparazione per un sermone è una lunga passeggiata.

 

8. Sto leggendo molto e attentamente?

Sicuramente, per predicare bene non è necessario essere avidi lettori, d’altronde, non tutti i predicatori della storia hanno avuto a disposizione buoni libri come li abbiamo noi oggi. È altrettanto vero, però, che la maggior parte delle persone che leggono questo sito ha accesso a una quantità imbarazzante di risorse teologiche, educative e letterarie. Quando immagazzino nella mia mente idee provenienti da altre fonti, mi sento molto più preparato, perché so che potrò esporle durante la predicazione; per fare questo ho bisogno di libri, articoli, storie, discorsi e qualunque cosa tenga la mia mente fresca, allenata e impegnata.

 

9. Ho riflettuto a fondo sul ritmo e sulla dinamica del mio stile di predicazione?

Ognuno di noi ha una personalità diversa che determinerà quando, dal nostro punto di vista, una persona sta parlando velocemente o lentamente, a voce alta o a voce bassa. La soluzione non sta nel trovare un rigido standard di uniformità, bensì nella variazione ponderata della velocità di eloquio e del tono di voce. In un precedente articolo, ho suggerito di accorciare i nostri sermoni. Il mio consiglio non era di eliminare contenuti importanti, bensì quelli che non lo sono. A volte, invece di passare al punto successivo, ci perdiamo in chiacchiere, oppure manteniamo lo stesso tono emotivo per tutta la durata del sermone. Siamo come guide turistiche che conoscono un solo modo di accompagnare i turisti all’interno del museo.

 

10. Ho preso in considerazione l’idea di sperimentare supporti diversi per la predicazione?

Quando ero al seminario mi hanno insegnato a predicare senza usare gli appunti. L’ho fatto per diversi anni finché non mi sono reso conto che ogni settimana perdevo tempo a memorizzare ciò che dovevo dire. Ho anche provato a utilizzare i manoscritti dei sermoni come fa la maggior parte dei miei amici. Questa disciplina mi è utile e rende i miei sermoni più efficaci, ma per gran parte del mio ministero ho utilizzato appunti densi di informazioni. Ero solito portare sul pulpito sei o sette pagine di appunti, poi cinque o sei, ora di solito sono quattro. Ciascun metodo di predicazione (con gli appunti, senza appunti o con il manoscritto) presenta vantaggi e svantaggi. Che ne dite di utilizzare ogni tanto un altro metodo per scoprire con quale vi trovate meglio e imparare qualcosa?

 

11. Ho pregato?

 

Ho ancora molto da imparare e spero di fare ulteriori progressi. Predicatori, diamo il meglio di noi in quello che facciamo, rinnovando il nostro zelo e la nostra disciplina. Membri di chiesa, pregate per i vostri pastori quando sono in difficoltà e incoraggiateli quando fanno bene. Se pensate che abbiamo bisogno di aiuto, ricordatevi che la maggior parte dei pastori è più sensibile di quanto dia a vedere.

 

 

Tematiche: Predicazione

Kevin DeYoung

Kevin DeYoung

 

Kevin è pastore della Christ Covenant Church a Matthews, Carolina del Nord (Stati Uniti). È professore di teologia sistematica al Reformed Theological Seminary ed è il presidente del Comitato di The Gospel Coalition. Lui e sua moglie Trisha hanno sei bambini.

© thegospelcoalition.org, © Coram Deo

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