Come la tua predicazione potrebbe far crescere il peccato nella tua chiesa
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Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto, mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne – Romani 8:3
Andiamoci cauti, con i piedi di piombo… ma temo che a volte sottovalutiamo enormemente il danno spirituale inflitto alle nostre chiese da quelli che potremmo definire “sermoni” e che non hanno una evidente connessione al Vangelo.
La Bibbia, naturalmente, è piena di esortazioni pratiche e comandi, sempre connessi alla verità fondante e potente dell’opera compiuta da Cristo, ma quando predichiamo un messaggio come “Sei passi per _______” o qualsiasi altro tipo di sermone come “essere un migliore_______ ” – dove l’annuncio essenziale non è ciò che Cristo ha fatto, ma ciò che dovremmo o dobbiamo fare, – diventiamo predicatori della legge piuttosto che di Cristo.
Non è raro che questo tipo di messaggio con pochissimo o nessun accenno a Cristo venga predicato.
Davanti a tutto questo, domandiamoci: “Questo è solo spiacevole? Cioè è qualcosa che potrebbe essere migliorato, ma in definitiva non rappresenta un così grosso problema?”
Penso che le Scritture ci mostrino che questo tipo di predicazione non è solo decentralizzato, ma in realtà fa molto male e serve a ottenere esattamente l’opposto delle intenzioni che il predicatore si era forse prefisso. In che modo?
- Predicare un messaggio che è pratico e”positivo”, ma senza centralità del Vangelo, equivale a predicare la legge. Siamo abituati a pensare alla predicazione legalistica come a un messaggio ricco di “non commettere”: il tipo di moralismo fondamentalista che mostra l’inferno e lo zolfo e che quasi tutti abbiamo respinto. Attenzione però: quell’imperativo “fate” è solo il rovescio della stessa medaglia in cui c’è “non fate”. Stiamo dicendo che questa medaglia del fare è la legge, considerandone la sterile facciata: una lista di “fate” separata dal FATTO predicato nel Vangelo ed è ugualmente legalistica anche se predicata da un ragazzo in jeans, con il gel sui capelli, del tipo che segue il ritmo deciso del nostro gruppo di lode.
- La predicazione della legge, non accompagnata e non legata al messaggio centrale del Vangelo, ci condanna.
La legge, oltre a dirci cose da fare, rivela anche la nostra assoluta incapacità di esserne all’altezza. - Una continua predicazione pratica mancante del Vangelo non rende i membri di chiesa più potenti ed efficaci, ma più scoraggiati e meno responsabilizzati.
La legge non ha in sé il potere affinché chi la osserva possa soddisfarne le aspettative; la Bibbia attribuisce questo potere solo alla grazia di Cristo nel Vangelo.
Osservando in profondità, vediamo una condizione ancor più grave.
- La Bibbia va oltre suggerendo che, senza il Vangelo dell’opera compiuta di Cristo, la predicazione delle opere della legge serve ad accentuare la disubbidienza. Per questa consideriamo Romani 5:20 e Romani 7. La legge suscita sempre sentimenti negativi contro se stessa o contro il suo referente, così accade che senza il potere salvifico del Vangelo si possono percorrere due strade: si potrebbe finire con il ridursi a disubbidire alla legge (questo sia per la rabbia nel giudicare sia per lo scoraggiamento davanti all’incapacità di rispettarla) o si potrebbe arrivare a pensare di essere giusti a prescindere dalla giustizia a cui veramente punta la legge, che è quella di Cristo.
- La legge porta alla morte (Romani 7:10). La predicazione di messaggi ricchi di esortazioni al fare, che mirano a produrre Cristiani vittoriosi, è fondamentalmente una predicazione di condanna. È invece la contro-intuitiva proclamazione della grazia che ci insegna l’ubbidienza a Dio (Tito 2:11-12), anche se può sembrare strano!
- La predicazione di sermoni pratici, senza Cristo e mancanti del Vangelo, accresce l’ipocrisia. Questo tipo di predicazioni non è focalizzato sull’opera di Cristo, ma sulle nostre opere: i sermoni pratici privi del Vangelo, non rendono i Cristiani vittoriosi e responsabilizzati, ma ipocriti e legge a se stessi … e gli ipocriti vanno all’inferno.
Dico di nuovo andiamoci cauti, ma la posta in gioco è elevata e penso che sia più alta di quanto pensiamo.
Fratelli, predichiamo sì le implicazioni pratiche e le esortazioni delle Scritture, ma non dimentichiamo che il messaggio della cristianità è Cristo. È il messaggio della sufficienza e della potenza della salvezza per sola Grazia mediante la fede in Cristo solo. Non predichiamo le opere altrimenti aumentiamo la peccaminosità delle nostre chiese e facilitiamo inconsapevolmente la condanna dei perduti.
Il Vangelo di Gesù Cristo è di primaria importanza.
Poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso. -1 Corinzi 2:2
Traduzione a cura di Maddalena Bennardo
Tematiche: Peccato, Predicazione
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