Cinque paure della vecchiaia
Terminare la nostra corsa con la Grazia futura
Caro santo più anziano, ho bisogno di unirmi a te nella lotta contro le paure dell’invecchiamento, e di farlo mediante la fede nella grazia futura. Ci sono cinque paure che probabilmente affronteremo insieme. Dio ci ha dato degli antidoti per ciascuna di esse nella sua parola. Questi antidoti funzionano solo attraverso la fede, ma per fede funzioneranno e la paura sarà superata e noi andremo a stare con Gesù a tempo debito senza camminare nella paura durante la nostra ultima stagione. Questa è la mia fiducia.
Vorrei prima dire qualcosa sulla grazia futura. Immagino la vita cristiana come un flusso di grazia divina che scorre verso di me dal futuro e io ci sto entrando. Scorre sopra la cascata del presente in un bacino del passato. Il bacino diventa sempre più grande; ciò significa che la nostra gratitudine mentre guardiamo indietro dovrebbe diventare sempre più grande. Perciò, qual è la disposizione dei nostri cuori mentre guardiamo quel torrente verso il futuro e quel bacino nel passato? La risposta è gratitudine mentre guardiamo indietro e fede mentre guardiamo avanti. Ecco perché la chiamo fede nella grazia futura.
Per futuro intendo i prossimi cinque minuti, quando finirai di leggere questa lettera, e i prossimi 5.000 anni da ora. La grazia arriverà attimo dopo attimo come potere di sostegno da parte di Dio: libera e misericordiosa. Quindi, nel futuro di questi prossimi cinque minuti, ti siederai a leggere, afferrato e sostenuto dalla grazia. Ti arriva attimo dopo attimo e noi siamo chiamati a fare affidamento su di essa, a confidare che Dio continuerà a fornircela, per sempre.
1. La paura di essere soli
Forse hai perso il tuo coniuge o sei stato single per tutta la vita. Forse essere single è stato bello, ma non è così bello quando sopravvivi a tutti i tuoi amici. Forse inizi a chiederti: “Qualcuno si ricorderà di me”? Gesù dice: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:20). Penso che “tutti i giorni” sia ancora più importante della frase “fino alla fine dell’età presente”. Una cosa è dire che sarà con noi fino alla fine dell’età presente; un’altra cosa per lui è dire: “Sarò con te ogni minuto della tua vita”.
John Paton era un missionario in quella che oggi è Vanuatu. È stato spinto ad arrampicarsi su un albero mentre 1.300 nativi aborigeni stavano cercando di ucciderlo. Mentre erano sotto di lui, si è aggrappato alla promessa di Matteo 28:18, 20: “Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra… Sono con voi tutti i giorni”. Ed ecco cosa scrisse più tardi, perché sopravvisse:
Senza quella costante consapevolezza della presenza e della potenza del mio caro Signore e Salvatore, nient’altro al mondo avrebbe potuto preservarmi dal perdere la ragione morendo miseramente. Le sue parole: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente”, divennero per me così reali che non mi avrebbe sorpreso vederlo guardare la scena dall’alto, come fece Stefano. Ho sentito il suo potente sostegno… È la pura verità, e mi torna in mente teneramente dopo 20 anni, che ho avuto i miei sguardi più vicini e più cari del volto e dei sorrisi del mio benedetto Signore Gesù in quei momenti terribili in cui moschetto, mazza o lancia venivano puntati contro la mia vita. (John G. Paton, 342)
Lui sarà lì per te. Non voglio dare l’impressione che dovresti escludere le persone umane dalla tua vita. Dio ci ha fatti chiesa. Non dovresti vivere da solo senza che nessuno si prenda cura di te. Questo sarebbe un fallimento della comunità dei cristiani e dovremmo lavorare per resistere a questo fallimento. Quindi ti esorto: finché puoi, guardati attorno e vedi chi è solo. Mentre puoi, cerca di esserci per gli altri.
2. La paura di essere inutili
Sono un uomo, quindi penso principalmente agli uomini qui. Ralph Winter disse: “Gli uomini non muoiono di vecchiaia in America. Muoiono di pensione”. Insito nell’animo degli uomini c’è il bisogno di essere produttivi. Sono sicuro che questo sia vero anche per le donne in modi diversi, ma in questo momento sto pensando agli uomini. Un uomo che perde il senso di produttività, utilità e realizzazione corre il rischio di perdere la sua completa identità e ragione di essere.
Durante le Olimpiadi del 1992, ho predicato sulla “Spiritualità Olimpica”, confrontando i Giochi con il linguaggio di Paolo su corsa, combattimento, boxe e lotta. Il giorno dopo mi dissero che Elsie Viren, un membro anziano della nostra chiesa, era in ospedale e stava morendo. Dicevo: “Forza, combatti”. Mentre mi rendevo conto che Elsie probabilmente non si sarebbe mai alzata dal letto, chiesi: “Come può farlo Elsie, probabilmente ultranovantenne e morente?”. Scrissi un articolo intitolato “Come può correre Elsie”? nel Bethlehem Star (la newsletter della nostra chiesa), in cui chiesi: “Com’è la sua maratona in questo momento?”.
I versetti chiave sono 2 Timoteo 4:6-7, “Sto per essere offerto in libazione”, sì, lo era. Aveva servito fedelmente la chiesa per 62 anni. Poi Paolo dice: “E il tempo della mia partenza è giunto. Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede”. Quando Paolo conclude dicendo: “Ho conservato la fede”, sta interpretando le prime due frasi, sul combattere e sul finire. Allora, a cosa assomiglia la maratona di Elsie? La risposta è credere. Credi in lui. Fidati di lui. Riposati in lui. Non lasciare che Satana vinca questa battaglia distruggendo la tua fede.
Quindi credere è il modo per combattere la paura dell’inutilità. Non è sorprendente che Paolo affermi in Efesini 6:8: “sapendo che ognuno avendo fatto qualche bene, ne riceverà la ricompensa dal Signore”? Dice: “Qualche bene…” Immagina la buona azione più piccola e più nascosta che puoi fare oggi. Potrebbe trattarsi di qualche semplice buona azione di cui nessuno è a conoscenza. Alla fine di questa età, riceverai la tua ricompensa per ogni buona azione. È utile. Tu sei utile. La cosa più piccola è eternamente significativa.
Oppure considera Filippesi 1:20-21: “secondo la mia viva attesa e la mia speranza di non aver da vergognarmi di nulla; ma che con ogni franchezza, ora come sempre, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia con la vita, sia con la morte. Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno”. Paolo considera la possibilità che il suo prossimo appuntamento sia la morte. Qualcuno potrebbe dire: “Pastore, mi stai dicendo che ci sarà utilità nei prossimi tre giorni prima che io muoia? Posso essere utile? Ho un tubo in gola”.
E la risposta è che Paolo disse che il suo scopo era che Cristo fosse glorificato dalla sua morte. Nei prossimi tre giorni, c’è un modo per te di morire che glorifica Gesù, oppure no. Ed ecco il modo per farlo: morire come fece Paolo. Morire come se la morte fosse un guadagno.
3. La paura dell’afflizione
L’afflizione, nei propositi di Dio, ha effetti ora in questa vita e dopo la morte. Non è mai senza significato. Non è mai senza il disegno misericordioso di Dio per il nostro bene. Romani 5:3-5 descrive gli effetti dell’afflizione mentre viviamo.
Non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza, la pazienza, esperienza, e l’esperienza, speranza. Or la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.
Il nostro atteggiamento mentale riguardo alla sofferenza, all’afflizione e al dolore dovrebbe essere questo: “Quest’afflizione sta facendo qualcosa di buono in me, per me e attraverso me. Mi sta rendendo un tipo di persona”. Il testo insegna questo.
Ma che dire quando arriva l’ora della morte e questo non ha più senso perché non mi resta più tempo per crescere nella formazione del carattere? La mia morte avverrà tra qualche ora. Potresti pensare: “Domani non sarò vivo per mostrare ad alcuno il mio carattere. Alle 6 sarò morto, e ormai è mezzogiorno. Ho sentito tutti questi argomenti su come la sofferenza possa essere trasformata in qualcosa di buono, ma non capisco lo scopo delle prossime sei ore perché dopo me ne andrò.
2 Corinzi 4:16-17 mi è molto prezioso proprio in questo punto. Vedi se riesci a vedere quello che vedo io: “Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria”. Quest’afflizione sta preparando, realizzando, producendo “per noi un peso eterno di gloria”. Queste ultime ore di sofferenza avranno un effetto per il mio bene oltre la tomba.
Diciamo che sono in ospedale, al capezzale di un malato che sa che ha forse un giorno al massimo. Dice: “Pastore, fa male. Fa male. Qual è il senso”? Rispondo: “Mentre Dio ti dà la grazia di perseverare fino alla fine senza maledirlo, riposando in Lui quanto più puoi, queste prossime venti ore faranno una differenza enorme e preziosa nel peso della gloria che sperimenti dall’altra parte. Queste ore non sono inutili”.
Lo credo davvero. Non sono inutili. È vero, non faranno brillare il tuo carattere qui perché te ne andrai. Sulla terra nessun carattere resterà per brillare. Ma non appena oltrepasserai quella linea tra ora e l’eternità, in qualche modo Dio ti mostrerà perché quelle venti ore erano quello che erano e cosa hanno fatto per te. Questa è una buona notizia.
4. La paura di fallire nella fede
Per fallire nella fede intendo: “Dio, ce la farò? Sono così combattuto e i dubbi arrivano. Ho pensieri orribili”.
Considera una delle donne più magnifiche della Bethlehem Baptist Church quando diventai pastore lì. Era una guerriera della preghiera e tutti probabilmente avrebbero detto che era la donna più devota della chiesa. Lei è in paradiso adesso.
Ero con lei mentre stava morendo in ospedale. La sua lingua era nera come la cenere. Sono entrato nella stanza, lei tremava. Prese la mia mano e disse: “Pastore John, vengono e ballano intorno al mio letto. Ballano intorno al mio letto e si spogliano”. Stava descrivendo cose orribili. Era così diverso da lei. Il diavolo la stava molestando. Una vecchia santa devota veniva molestata dal diavolo mentre moriva. Questo mi ha insegnato qualcosa come giovane pastore: il combattimento non è mai finito. Pensavo che vivendo una vita fedele e pia ci si liberasse maggiormente dai terribili attacchi del maligno. Non è vero.
Quindi, in momenti orribili come quelli, Filippesi 3:12 è stato per me uno dei versetti preferiti: “Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione, ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù”. Eccomi a insistere: “Ti voglio, Gesù. Voglio superare la morte come credente e non commettere apostasia e buttarti via. Ti voglio e voglio farcela”. E lui mi ricorda: “L’unico motivo per cui mi stai cercando è perché ti ho afferrato”. L’unica ragione per cui vuoi Gesù è perché è lui che ti ha afferrato. Altrimenti non ti avvicineresti a lui con tanta passione.
Una delle più grandi dossologie della Bibbia dice: “A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire irreprensibili e con gioia davanti alla sua gloria, al Dio unico, nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli” (Giuda 24-25). Quel passaggio è tutto costruito sul fatto che Lui ci afferra. Uno dei canti di adorazione più recenti che parla con forza di questa paura di venir meno alla fede è “He Will Hold Me Fast”. “Egli mi afferrerà, perché il mio Salvatore mi ama così. Mi afferrerà.” Amo questa canzone.
5. La paura della morte
Ecco un piccolo sguardo alla mia vita. Dormo su un fianco perché non riesco a dormire sulla schiena. Mi sdraio sulla schiena e dico: “Oh, è così bello. Vorrei poter dormire così”, ma non lo faccio mai. Così finalmente mi giro sul fianco, e immagino il Signore che, mentre mi addormento, mi dice: “John Piper, non ti ho destinato all’ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del Signore Gesù Cristo, il quale è morto per te affinché, sia che vegli o che dormi, tu viva insieme con lui” (1 Tessalonicesi 5:9–10). Quasi ogni sera lo dico. Nessuna ira. Nessuna ira! Sia che io viva o muoia.
Noël e io abbiamo comprato dei lotti per essere sepolti vicino a nostra nipote. Non torneremo nella Carolina del Sud. Siamo in Minnesota per morire. Quindi, abbiamo il nostro terreno su una collina, e abbiamo scelto alcune pietre e anche i versetti della Bibbia per le nostre pietre. E 1 Tessalonicesi 5:9-10: questi sono i miei versetti.
Per qualche ragione, avere Dio che mi guarda negli occhi e dice: “Non ti ho destinato all’ira. Non succederà. Mai. Nessuna ira. Mio Figlio ha sopportato l’ira che meriti. Se prenderò la tua vita stanotte alle 3, non sarà un problema perché mio Figlio è morto per te”, mi aiuta ad addormentarmi.
So che nel contesto “se vegli o dormi” significa se sei vivo quando avverrà la seconda venuta o morto quando avverrà la seconda venuta. Ma l’applicazione al mio sonno o alla mia veglia ora funziona. Sta dicendo: “Che tu sia sveglio o addormentato (vivi o muori, ora o più tardi), sarai vivo con me”. E ne ho bisogno. Non posso andare a dormire pensando, e se muoio? E se muoio? Lui dice: “Non è un problema. Abbiamo tutto sotto controllo. Ci abbiamo pensato noi”.
Cosa non farebbe?
Per concludere, lasciami citare quello che penso sia uno dei versetti più importanti della Bibbia: “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui”? (Romani 8:32). Ciò significa che, se Dio ha fatto la cosa più difficile dell’universo, e cioè dare suo Figlio per essere torturato e ucciso, cosa non farebbe per te? Questa è la logica, e lui lo afferma. Farà tutto per te. Ci darà “tutte le cose”. Questo vale per ogni promessa che abbiamo considerato. Il dono di Cristo da parte di Dio per noi garantisce queste promesse.
Perciò, confida in Cristo. Questo è il punto per tutti noi in questo momento. Hai fede in Cristo e nel suo acquisto di tutte queste promesse? Ti fidi della sua parola? Abbi fiducia nelle sue promesse di grazia futura eterna. Lui sarà sempre lì. Sii gioioso in lui. Sii liberato da questa gioia per il servizio, non per te stesso. Glorificalo con la tua gioia in lui e con il tuo servizio verso gli altri; insieme a coloro che ti circondano, pregate gli uni per gli altri. Aiutatevi a vicenda a morire bene e a vivere bene fino ad allora.
Traduzione a cura di Maddalena Bennardo
Vivere oggi la promessa di Apocalisse attraverso il libro Beati di Nancy Guthrie, ci fa riflettere sulla grazia futura.
Tematiche: Ansietà, Paura, Vita Cristiana
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