Canti cristiani: quanta differenza fa il testo? [parte 1]

 

 

Nel tempo in cui siamo riuniti insieme come chiesa, per il culto di adorazione, uno dei momenti più importanti è il tempo dedicato al canto. In alcune chiese viene stabilita dal worship leader una scaletta di canti per la riunione domenicale, in altre sono i membri della chiesa a proporre quello che desiderano cantare durante il culto.

In ogni caso, a prescindere dalle modalità con cui vengono proposti, ogni chiesa ha una propria raccolta di canti a disposizione che si è formata nel tempo.

Riflettiamo, e chiediamoci se i canti che compongono il nostro innario siano idonei alla lode comunitaria, come fare per capirlo, e perché è estremamente importante farsi questa domanda.

 

Le riflessioni che seguono non sono solo per chi ha il compito di guidare la chiesa nel canto, ma per chiunque desidera adorare Dio attraverso il canto ed è per questo che non mi soffermerò sugli aspetti tecnici della scelta come tonalità, melodie, ritmo, ecc…, che riguardano strettamente il compito del worship leader, ma piuttosto vorrei focalizzare l’attenzione su quali caratteristiche dovrebbero avere i canti che scegliamo affinché il nostro canto sia un’adorazione gradita a Dio.

 

 

Emozione e coinvolgimento del cuore

L’adorazione è spesso associata al canto. Il canto in sé e per sé non definisce però che cosa sia l’adorazione. Adorare non significa cantare, ma sicuramente cantare è una forma di adorazione, se questo viene fatto con determinati criteri.

Per questo è molto importante che i criteri che definiscono il nostro canto siano ben chiari se non vogliamo correre il rischio che il tempo che trascorriamo insieme cantando, non sia un momento di effettiva adorazione.

 

La musica coinvolge inevitabilmente le nostre emozioni e non c’è nulla di male in questo!

Dobbiamo però stare attenti a non confondere l’emozione con il coinvolgimento del nostro cuore nell’adorazione.

In eventi musicali, come per esempio gli incontri di lode e i concerti cristiani, c’è il forte rischio che l’adorazione assuma esclusivamente una forma esteriore, finendo per essere un’adorazione che Dio non gradisce. La musica è un’arte e, in quanto tale, include delle tecniche che hanno lo scopo ben preciso di farci emozionare: i volumi, le luci, gli effetti speciali, l’incitamento del leader che invita il “pubblico” a cantare. Tutto questo ci emoziona… Il punto però è questo: anche se i canti non avessero alcun contenuto cristiano ci emozionerebbero comunque!

Chi non si emoziona al concerto del proprio artista preferito? Io amo la musica orchestrale, in particolare amo le colonne sonore e ho assistito a due concerti del grande Ennio Morricone. L’emozione che ho provato è stata così forte da portarmi alle lacrime (e chi mi conosce sa che non è una cosa che mi capita di frequente!). Sono sicura che la mia fede incida sull’emozione che provo quando ascolto una bella musica, perché mentre l’ascolto penso che la musica sia solo una minima espressione della bellezza di Colui che l’ha creata. Mi piace pensare che Lui ci abbia lasciato tante forme artistiche che ci fanno percepire la Sua bellezza essendo, al tempo stesso, espressioni della Sua grazia. Una musica, una fotografia, un disegno, una scultura, una poesia… Tuttavia, il fatto che mi commuova perché sono grata del dono della musica, o dell’arte in generale, non è di per sé adorazione.

 

In Matteo 15:8 Gesù accusa pesantemente gli scribi e i farisei dicendo loro: “questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il culto…”.

“Invano” significa inutile, privo di effetto. Il loro offrire il culto a Dio era inutile. Gli scribi e i farisei non sono esempi di adoratori che Dio gradisce.

 

Quindi il cuore deve essere sempre coinvolto nella nostra adorazione e in questo caso particolare, nel canto. In che modo questo avviene? Come visto poco fa, non si tratta dell’emozione prodotta dalla musica, dagli effetti, dalle luci o da quel senso di unità che si può sentire cantando tutti insieme. Queste emozioni si possono provare a un qualsiasi concerto e non rappresentano certamente l’adorazione di cui stiamo parlando.

Il cuore è coinvolto nella nostra adorazione quando viene sottoposto a una piena consapevolezza di chi è Dio, affinché sappiamo chi stiamo adorando.

Non mi fraintendete, non voglio ridurre il canto a qualcosa di meramente intellettuale (non è neanche possibile farlo). Sto dicendo che l’emozione sarà sì presente durante la mia adorazione, ma come stretta conseguenza di quello che produce in noi la conoscenza intima e vera di Dio e della sua opera.

 

La conclusione che ne traiamo è questa: non è detto che trovarsi insieme a un evento cristiano, in cui si cantano canzoni con “valori cristiani”, o in cui si parla genericamente di Dio, sia effettivamente adorare Dio come Egli gradisce.

 

 

Il testo dei canti fa la differenza

Avendo il compito di guidare la chiesa nella lode ogni domenica, sono ben consapevole della responsabilità che ho ogni volta che mi trovo lì davanti. Oltre a spronare le persone ad alzare la voce per lodare Dio, dal momento che sono io a scegliere quello che canteranno, ho anche il delicato compito di far uscire dalle loro bocche le parole che devono cantare.

Ci tengo a sottolineare però che questa responsabilità NON è esclusiva di chi conduce la chiesa nella lode: tutti coloro che si uniscono al canto dovrebbero vigilare affinché le parole che cantano siano sempre biblicamente accurate.

 

Domandiamoci allora: quali caratteristiche devono avere i canti, affinché la nostra adorazione sia gradita a Dio?

 

1 – I canti devono esaltare Cristo e la sua opera e non l’uomo

Faccio parte della chiesa, di cui sono attualmente membro, dal 2016. In questa chiesa, si studia la Bibbia in modo sistematico, seguendo il metodo della predicazione espositiva. Essendo esposta ormai da qualche anno a questo tipo di studio della Parola, sempre di più mi rendo conto dell’importanza delle parole che cantiamo. I canti devono avere testi basati sulle Scritture tanto quanto una predicazione fedele ed efficace. Proprio come una predicazione sana deve essere incentrata sull’esaltazione di Cristo e della sua opera, allo stesso modo gli inni che cantiamo devono sempre ed esclusivamente esaltare Cristo e la sua opera e non noi stessi.

Quando ci troviamo insieme per adorare Dio, il centro della nostra attenzione deve essere esclusivamente Dio e non l’uomo.

Non ci riuniamo per ricevere da Dio l’incoraggiamento di cui abbiamo bisogno per realizzare noi stessi; ci riuniamo per contemplare il volto di Dio ed essere trasformati nella sua stessa immagine. Non ci troviamo insieme per motivarci e spronarci a combattere, affinché ci sentiamo persone migliori vedendo che “ce la possiamo fare”; ci troviamo insieme perché siamo consapevoli che in noi non c’è nulla di buono, che non possiamo fare nulla senza Cristo e per questo vogliamo conoscerlo di più ed esprimergli la nostra riconoscenza.

Ho sentito una volta un worship leader incoraggiare la chiesa dicendo queste parole: “vi incoraggio a essere gioiosi perché se siamo qui questa mattina, non è perché siamo noi che abbiamo creduto in Dio, ma perché Dio che ha creduto in noi”. Quale falsità! Facciamo attenzione a quello che diciamo e a quello che cantiamo. Se durante il culto lo Spirito ti mostra che sei un peccatore e che hai estremo bisogno di un Salvatore, lode a Dio! È per questo che ci troviamo insieme: celebrare la grazia di Dio e dare a Lui, solo a Lui, tutta la gloria.

 

2 – L’autore del canto deve essere possibilmente verificato

Credo che un aiuto valido per capire se il canto che vogliamo utilizzare sia effettivamente un “buon” canto, sia verificarne l’autore (questo criterio tuttavia non esclude gli altri, perché, pur conoscendo l’autore, è sempre necessario verificare il contenuto del testo).

Se sapete in partenza che l’autore della canzone non predica il Vangelo fedelmente, vi consiglierei di lasciare stare quel canto, anche se apparentemente vi sembra che non dica nulla di sbagliato. Non utilizzerei un canto che è stato scritto da qualcuno che non glorifica Dio con la propria vita o nel proprio ministero, anche se il canto in sé può sembrare buono.

Gesù disse: “Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde” (Mt. 12:30) e ammoniva duramente i demòni, non permettendo loro di parlare di Lui (Lu 4:41), poiché Gesù non voleva che fossero i demòni a predicare il Vangelo. La predicazione del Vangelo infatti è un compito che è stato affidato esclusivamente ai discepoli di Gesù e, anche nella scelta dei canti, è opportuno vegliare affinché non usiamo parole apparentemente vere ma che nascono da un cuore che non glorifica Gesù.

Ovviamente, se non è possibile verificare la fonte, bisogna effettuare questa scelta esclusivamente valutando il testo stesso e, in caso presenti delle ambiguità, lo lascerei da parte per scegliere qualcosa che non corra il rischio di essere frainteso.

Per questa valutazione, in ogni caso, vi consiglio di coinvolgere il vostro Pastore o gli anziani della chiesa.

 

 

3 – Le parole dei canti devono essere fedeli alle verità bibliche

Inizialmente abbiamo detto che il nostro cuore è coinvolto con la nostra adorazione quando sappiamo chi stiamo adorando. Risulta quindi necessario che i nostri canti parlino in modo biblicamente fedele di Dio e delle sue opere. Se non conosciamo Dio per chi è veramente, infatti, non sappiamo chi stiamo adorando. Gesù alla samaritana diceva che “l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori” (Giov. 4:23-24). Adorare nella verità significa conoscere Dio e adorarlo per chi Egli è veramente.

È quindi fondamentale che ci chiediamo che cosa cantiamo, perché quello che cantiamo ha strettamente a che fare con l’adorazione stessa.

L’essenza dell’adorazione è conoscere Dio in modo autentico e rispondere a questa conoscenza con il cuore dandogli il giusto valore, trovando soddisfazione, gioia, appagamento in Lui sopra ogni altra cosa. Questa consapevolezza profonda di chi è Dio produrrà in maniera evidente la lode, non solo attraverso le nostre labbra (ringraziamento, lode, predicazione, evangelizzazione…), ma anche per mezzo di concreti atti d’amore nel servirci gli uni gli altri per amore di Cristo (Eb. 13:15-16).

 

4 – Le parole dei canti devono avere lo scopo di edificarci gli uni gli altri

Uno dei brani più conosciuti delle Scritture che riguarda l’adorazione attraverso il canto è Colossesi 3:16:

“La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, ammaestrandovi ed esortandovi gli uni gli altri con ogni sapienza, cantando di cuore a Dio, sotto l’impulso della grazia, salmi, inni e cantici spirituali”.

Uno degli scopi principali del nostro canto è quello di incoraggiarci ed edificarci gli uni gli altri attraverso le verità che essi contengono.

Ecco quindi alcuni esempi di quello che dobbiamo cantare se vogliamo raggiungere questo scopo, come il Signore gradisce.

  1. Cantiamo chi è Dio: del suo essere eterno e immutabile, della sua sovranità, della sua santità, della sua grazia, della sua fedeltà, del suo amore per i peccatori, della sua giustizia, della sua bontà, della sua misericordia…
  2. Cantiamo cosa Dio ha fatto e farà: si è incarnato, ha mostrato il suo amore donando la vita come prezzo di riscatto per molti, ci ha liberati dai peccati per mezzo del sangue di Cristo acquistandosi un popolo che proclami le Sue virtù, tornerà per unirsi alla sua chiesa nel luogo che è andato a prepararci affinché dimoriamo per l’eternità con Lui…
  3. Cantiamo brani tratti dalle Scritture: un Salmo musicato, dei versetti biblici che possiamo memorizzare attraverso la melodia del canto, storie della Bibbia che ci parlano di quello che Dio ha fatto nella vita dei suoi figli…

 

Vorrei concludere questa prima parte, lasciandoti alcune domande da porti prima di proporre un canto alla chiesa:

  • Quali canti ti piace cantare quando ti riunisci con i tuoi fratelli e sorelle in Cristo?
  • In che modo li valuti e perché ti piace cantarli? Per la musica? per le parole? Per i ricordi che ti evocano?
  • In che modo esaltano Cristo e la Sua opera di redenzione?
  • In che modo contribuiscono all’edificazione della chiesa?

 

Spero che queste riflessioni possano portarti a essere maggiormente consapevole dell’importanza che ha la scelta di un canto rispetto a un altro, se il tuo desiderio è che Dio gioisca nell’adorazione della chiesa riunita nel Suo Santo nome.

 

Libro consigliato dall’Editore sul tema:

Canta!

Tematiche: Adorazione, Musica, Vita Cristiana

Simona Prota

Simona Prota

 

Sposata con Marcello Antonino ed è mamma di tre bambini. Il Signore le ha dato molteplici doni che mette a disposizione sia in Coram Deo sia nella Chiesa Sola Grazia. Ricopre il ruolo di tesoriere e segreteria. Impegnata nel progetto di produzione di canti per bambini e traduzione di canti per la Chiesa italiana con testi ricchi di Vangelo. Potete seguirla sul suo canale YouTube.

© Coram Deo

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