Aquila e Priscilla, una storia d’amore famosa e dimenticata
Se poteste modellare il vostro matrimonio sulla basedi un’unione coniugale nelle Scritture, quale scegliereste?
Per quanto felici furono i primi capitoli per Adamo ed Eva, la luna di miele finì (e orribilmente) prima ancora di imparare qualcosa sulle loro dinamiche coniugali. Anche Isacco e Rebecca ebbero un inizio romantico (Genesi 24:67), ma lei alla fine complottò per ingannarlo (in modo da adempiere la promessa di Dio, Genesi 25:23). Giacobbe lavorò a lungo e bene per avere la sua amata Rachele, ma sposò anche (e disprezzò) sua sorella, Lea.
La nobile Abigail conquistò il cuore del re Davide, ma non fu la sua prima moglie, ed egli commise adulterio (peggio ancora) con Bat-Sceba. Ester è degna di essere imitata come qualsiasi altra donna, ma il re Assuero la sposò per fare un dispetto alla regina e poi venne ingannato da Aman, colui che volle distruggere il popolo di Ester. E quale marito non può imparare dall’amore infallibile e non corrisposto di Osea? Però la sua Gomer è un modello di malvagità che le mogli dovrebbero evitare a tutti i costi.
Tuttavia, Dio ci dona dei matrimoni che vale la pena ammirare e imitare. Nonostante i modi con cui Abramo mise in pericolo sua moglie per proteggere se stesso (più di una volta), lui e Sara saranno lodati dagli apostoli (Ebrei 11:8-12; 1 Pietro 3:6). Rut incarna un’intraprendenza e fedeltà che conquistò il cuore del suo altrettanto rispettabile uomo, Boaz. E, naturalmente, mentre Giuseppe può aver dubitato di Maria quando rimase incinta per la prima volta, essi si amarono l’un l’altra e amarono loro Figlio, l’unto del Signore, con grande fede e devozione.
A molti, tuttavia, sfugge un matrimonio bellissimo e degno di nota, sepolto nelle lettere dell’apostolo Paolo, un matrimonio che forse conosceva (e stimava) più di ogni altro, un matrimonio che aveva catturato l’attenzione e l’ammirazione di molti nella chiesa primitiva.
Un matrimonio famoso e dimenticato
Molto di ciò che sappiamo e crediamo sul matrimonio, per lo meno il matrimonio cristiano (Efesini 5:22-33; Colossesi 3:18-19), lo impariamo dalle lettere di un uomo non sposato (1 Corinzi 7:6-8). Allora, come ha fatto l’apostolo Paolo ad avere così tanta conoscenza del matrimonio? Beh, innanzitutto perché i suoi consigli matrimoniali erano “inspirati da Dio” (2 Timoteo 3:16), e quindi non dipendevano dall’esperienza personale. Per di più, egli studiò Cristo e la Chiesa ritenendoli modelli di Dio per ogni matrimonio (Efesini 5:22-33). Ma senza dubbio è stato anche testimone di alcuni matrimoni straordinariamente fecondi.
Una di queste coppie sembra aver conquistato il suo cuore (forse più di ogni altra coppia) e anche i cuori delle chiese di tutto il mondo. “Salutate Prisca e Aquila”, scrive, “miei collaboratori in Cristo Gesù, i quali hanno rischiato la vita per me; a loro non io soltanto sono grato, ma anche tutte le chiese delle nazioni“(Romani 16:3-4). In un mondo senza social media, televisione e riviste, la fama del loro amore si diffuse comunque in lungo e in largo.
Sia Luca sia Paolo si sforzano di valorizzare Priscilla (o Prisca) e Aquila come coppia di sposi, non solo come individui fedeli. Come quasi nessuna altra coppia nella Bibbia, nessuno dei due è mai menzionato senza l’altro. Sono “Prisca e Aquila”, una sola carne, una forza straordinariamente feconda per il bene, un matrimonio che vale la pena studiare e dal quale imparare. La loro storia non è affatto prescrittiva per ogni coppia cristiana, ovunque e in ogni fase della vita, ma dovrebbe farci desiderare il tipo di fedeltà coniugale e di fecondità che dimostrarono nelle circostanze e fasi della loro vita.
Un amore che ascolta
Priscilla e Aquila erano chiaramente una donna e un uomo di parola. I pochi che conoscono i loro nomi li ricordano per essere intervenuti a correggere il talentuoso e influente maestro Apollo. Luca dice che Apollo era un: “uomo eloquente e versato nelle Scritture, arrivò a Efeso. Egli era stato istruito nella via del Signore; ed essendo fervente di spirito, annunciava e insegnava accuratamente le cose relative a Gesù” (Atti 18:24-25). Eppure:
Egli cominciò pure a parlare con franchezza nella sinagoga. Ma Priscilla e Aquila, dopo averlo udito, lo presero con loro e gli esposero con più esattezza la via di Dio. (Atti 18:26)
Ascoltarono le parole di Apollo, lo presero da parte e gli esposero la via di Dio più accuratamente – non solo Aquila. Sebbene Dio avesse dato loro diversi compiti in quanto marito e moglie, vivevano e servivano insieme. E ci si aspettava che il loro matrimonio e il loro ministero fiorissero di conseguenza. Quanti matrimoni arrancano e soffrono perché un coniuge lascia nelle mani dell’altro la lettura e lo studio della Bibbia?
Non tutti i buoni matrimoni assomiglieranno a quelli di Priscilla e Aquila, ma ogni matrimonio cristiano può aspirare a immergere la relazione, quotidianamente e profondamente, nei pozzi della Scrittura. E se permettessimo alle parole di Dio di ravvivare i nostri cuori e di illuminarci con saggezza (Salmo 19:7), di rinvigorire la nostra gioia e purificare la nostra mente (Salmo 19:8), di fortificare la nostra determinazione e la nostra resistenza (Salmo 19:9) nel matrimonio? E se la sua voce addolcisse la nostra intimità (Salmo 19:10)?
Un amore che soffre
Prima di imparare qualcosa sulla loro fedeltà nei confronti della Parola, ci imbattiamo nella loro sofferenza. Quando Paolo arrivò a Corinto, “trovò un ebreo, di nome Aquila, oriundo del Ponto, giunto di recente dall’Italia insieme con sua moglie Priscilla, perché Claudio aveva ordinato a tutti i Giudei di lasciare Roma” (At 18:2). Quando Paolo li incontrò, erano appena stati cacciati dalla loro casa, semplicemente perché erano ebrei.
Allora, Paolo rimase a lavorare e a servire con loro, e la chiesa di Corinto ebbe una maggiore opposizione e ostilità (Atti 18:6, 12, 17). Alla fine, fuggirono per Efeso (dove incontrarono e istruirono Apollo). Anche lì emersero rapidamente violente rivolte contro la chiesa (Atti 19:23). Non sappiamo esattamente a quale situazione Paolo si riferisse, ma scrisse ai Romani: “Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù, i quali hanno rischiato la vita per me” (Romani 16:3-4). Lungi dal ritirarsi nella sicurezza domestica, il loro matrimonio conosceva bene la sofferenza ed era pronto al rischio, al conflitto e al sacrificio.
Anche in questo caso, Dio non pretende che ogni matrimonio debba subire le stesse sorti, ma tutti i cristiani dovrebbero aspettarsi, e accettare, di soffrire per amore di Cristo (2 Timoteo 3:12). Mentre ci sforziamo di proteggere i nostri matrimoni e le nostre famiglie dal male, non dovremmo tutelarci dalla sofferenza, ma essere disposti a soffrire, con amore, per la fede e la gioia degli altri. Il conforto e la sicurezza del matrimonio e della famiglia hanno impedito ad alcuni di noi di obbedire a Cristo e di correre i giusti rischi nel ministero?
Un amore che opera
Questo scorcio della loro vita coniugale va e viene rapidamente, ma non deve essere trascurato. Paolo scelse di restare con Priscilla e Aquila, in parte, per il lavoro quotidiano che (entrambi) facevano per provvedere a se stessi. “Essendo del medesimo mestiere, andò ad abitare e a lavorare con loro. Infatti, di mestiere, erano fabbricanti di tende” (At 18:3). La loro amicizia e collaborazione erano edificate su stoffe, corde e tende – in altre parole, sul lavoro ordinario.
Senza sapere molto sulla loro attività, possiamo iniziare a vedere quanto abbiano lavorato duramente per sopravvivere e servire insieme. Si dedicarono profondamente al ministero della parola, ma non era il loro lavoro a tempo pieno. Dopo aver finalmente assaporato il vero riposo in Cristo, compresero quanto lavoro richiedesse la vita fedele a Dio in un mondo caduto.
Quanti di noi mormorano (o addirittura si lamentano a voce alta) per tutto il sudore e lo sforzo che il matrimonio, la famiglia, il lavoro e il ministero richiedono? La fedeltà e la sopravvivenza spesso non richiederanno due lavori a tempo pieno fuori casa, ma un lavoro duro, fatto di buon animo e disposto al sacrificio, svolto da parte di entrambi i coniugi, contrassegnerà i matrimoni sani e fruttuosi.
Un amore che ospita
Priscilla e Aquila non solo servirono la chiesa in vari modi, ma l’accolsero nella loro casa. Sappiamo che sia a Efeso (1 Corinzi 16:19) sia a Roma la chiesa si riunì sotto il loro tetto. Paolo scrive ai Romani: “Salutate Prisca e Aquila […] salutate anche la chiesa che si riunisce in casa loro” (Romani 16:3-5). Sono piccole finestre sul loro matrimonio, ma vere e proprie finestre, soprattutto se si considera l’opposizione e l’ostilità che i cristiani spesso affrontarono nel mondo del primo secolo.
Paolo aveva in mente Priscilla e Aquila quando esortava le chiese di Roma: “Siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, provvedendo alle necessità dei santi, esercitando con premura l’ospitalità” (Romani 12:12-13)? Anche se non fosse così, sappiamo che sperimentò personalmente la loro ospitalità (Atti 18:3-4), e in più di una casa (Atti 18:18-19; 1 Corinzi 16:19). Indipendentemente dal fatto che pensasse o meno a questi amici e alla loro calorosa ospitalità, sappiamo che aveva in mente noi e i nostri matrimoni. I matrimoni cristiani sono matrimoni ospitali perché Dio comanda a tutti i cristiani di essere “ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare” (1 Pietro 4:9). L’ospitalità rivela la luce dentro di noi (e dentro i nostri matrimoni) tanto quanto qualsiasi altro ministero (Matteo 5:16; 25:34-36).
Non dobbiamo necessariamente avere una chiesa nelle nostre case per essere definiti ospitali, ma dobbiamo accettare i costi e gli inconvenienti di lasciare costantemente entrare gli altri nelle nostre case. L’ospitalità accoglie gli altri in cento modi diversi, ma i matrimoni cristiani dovrebbero essere sempre contrassegnati – ovunque e in ogni fase della vita – da un’ospitalità genuina e piena di gioia.
Un amore che confronta
L’episodio con Apollo rivela un’altra rara qualità di Aquila e Priscilla: la loro disponibilità a confrontarsi con l’errore, anche con un insegnante di spicco e rispettato. Apollo non era un maestro qualunque, ma un “uomo eloquente e versato nelle Scritture” (At 18:24). Era ben addestrato e un appassionato difensore del Vangelo. E Priscilla e Aquila furono ancora disposti a confrontarsi con lui quando ebbe torto. Essendo consapevoli dell’attrito sano e necessario che deriva da ogni correzione, comunicarono la verità nell’amore (Efesini 4:15).
E anche in un solo versetto possiamo vedere l’amore nel loro rimprovero: “Cominciò pure a parlare con franchezza nella sinagoga. Ma Priscilla e Aquila, dopo averlo udito, lo presero con loro e gli esposero con più esattezza la via di Dio” (At 18:26).
Nell’amore, si rifiutarono di lasciarlo continuare a credere e a insegnare in modo sbagliato.
Nell’amore, si sforzarono e si curarono di lui per affinare e riallineare il suo pensiero.
Nell’amore, lo presero da parte, piuttosto che fare una scenata per umiliarlo.
A volte, la correzione deve essere pubblica (Galati 2:11). Molto più spesso, però, l’amore corregge in privato (Matteo 18:15), almeno inizialmente (Matteo 18:16).
Prego per più cristiani (e matrimoni cristiani) con il coraggio di affrontare l’errore e il peccato con tanta onestà, amore e speranza.
Come vedremo, questo tipo di amore, per quanto difficile e persino spiacevole nell’immediatezza, porta spesso frutti sproporzionati.
Prego per più uomini (e donne) come Apollo, che ricevano e accettino una giusta correzione.
Un amore che si estende
Non solo Priscilla e Aquila misero in riga Apollo, ma, chiarendo e maturando il suo pensiero, benedissero anche tutte le città e le chiese che andò a visitare, poiché “fu di grande aiuto a quelli che avevano creduto mediante la grazia di Dio, perché con gran vigore confutava pubblicamente i Giudei, dimostrando con le Scritture che Gesù è il Cristo” (Atti 18:27-28). Fu in grado di confutare con forza le tesi dei Giudei e di mostrare loro la verità e la bellezza di ciò che le Scritture insegnano e promettono su Gesù, in parte grazie alla fedeltà e all’audacia di Priscilla e Aquila.
Assaporiamo la stessa fecondità quando Paolo dice: “Salutate Prisca e Aquila […] a loro non io soltanto sono grato, ma anche tutte le chiese delle nazioni” (Romani 16:3-4). Tutte le chiese dei gentili avevano sentito parlare di questo matrimonio – della loro fede, del loro coraggio, della loro saggezza, della loro ospitalità, della loro sofferenza e del loro amore. Non tutti i matrimoni fedeli avranno (o dovrebbero avere!) il tipo di impatto di vasta portata che ebbero Priscilla e Aquila sulla chiesa primitiva, ma ogni matrimonio fedele dovrebbe sforzarsi di avere un impatto tangibile, sacrificale ed eterno sulla chiesa.
Tutto l’amore cristiano è un amore che si estende, che vuole attirare più persone nella fede, nella speranza e nella gioia. Il vero amore non è esclusivo, egoista, o isolato, ma generoso, compassionevole, servizievole e coraggioso. L’amore grida: “Finché ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti; ma specialmente ai fratelli in fede” (Galati 6:10).
Priscilla e Aquila fecero un grande bene a tutti, e specialmente a coloro che condividevano la loro gioia in Gesù. E così facendo, non lasciarono prescrizioni o comandi, ma un’eredità e un’aspirazione per i nostri matrimoni.
Traduzione a cura di Davide Ibrahim
Tematiche: Coraggio, Crescita spirituale, Discepolato, Fondazione di chiese, Matrimonio, Ministero, Servire, Vita Cristiana
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