Amo la chiesa, per questo ho dato le dimissioni

 

Ieri mattina ho intrapreso la difficile decisione di rassegnare le mie dimissioni come pastore della Middletown Spings Community Church. Gli ultimi cinque anni sono stati totalmente gioiosi per me e la mia famiglia e dare quell’annuncio è stata una delle cose più difficili che abbia mai fatto.
Ho condiviso con la mia congregazione che l’insoddisfazione che ho provato per più di un anno a questa parte mi era diventata sempre più chiara, dimostrandosi essere una questione di inadeguatezza personale. Cose del genere sono sempre difficili da ammettere. Quando ho iniziato a sentirmi sopraffatto, appesantito ed estremamente stanco, ho semplicemente dato per scontato che fosse in un periodo difficile per il mio ministero. Ed era vero e ci siamo ancora.
La nostra chiesa ha attraversato sofferenze enormi negli ultimi due anni, e con la crescita che abbiamo sperimentato, sono nate nuove sfide e un nuovo ritmo per il mio ministero, con maggiori richieste da soddisfare che si sono accostate al dolore intenso cui siamo stati sottoposti.
Ma poi ho compreso che il problema era molto più grande e non era completamente al di fuori della chiesa. Riguardava invece in suo interno. La verità è che ho raggiunto la mia massima capacità di conduzione di quella comunità e ho iniziato a pensare di averla portata al punto oltre a cui le mie capacità non potevano andare. Nessuno me lo diceva, ma sapevo che era giusto e non sapevo proprio come comportarmi a riguardo.

Non sono un tipo che scappa, specialmente quando il ministero procede positivamente sul fronte della crescita. Negli ultimi cinque anni infatti abbiamo più che triplicato il numero di coloro che frequentano la chiesa, ma ancora più importante, abbiamo visto un aumento di anime salvate da Cristo che poi sono state battezzate, famiglie giovani e leader maturi che poi si sono trasferiti in quest’area unendosi a noi collaborando nel campo delle missioni, nella nostra visione del futuro, culminando nei nostri sforzi per fondare una nuova chiesa a Rutland, nel Vermont. Quindi non c’è niente da cui scappare davvero. Nessuno è arrabbiato con me, non c’è nessun conflitto che mi spinge ad andarmene o qualche grande peccato che mi squalifica dal continuare a essere pastore in questa comunità. Sono solo io. Io mi sono reso conto di questo: che non penso di essere la persona giusta per quello che avverrà in futuro nella mia chiesa. È come se Dio mi avesse portato alle porte della terra promessa e mi avesse detto “tu non puoi entrarci”.
E mentre pregavo Dio affinché cambiasse idea – o mi mostrasse come comportarmi nel frattempo mi chiamò il Midwestern Baptist Theological Seminary. Io non volevo lasciare il Vermont, non stavo inviando in giro il mio curriculum. Mi erano stati offerti altri lavori prima, e avevo sempre risposto “no” senza pensarci. Ma questa volta ascoltai. Dovevo farlo perché quella chiamata era così chiara, diretta e visionaria come lo fu quella che mi condusse alla Middletown Springs. Quando capii meglio il progetto dell’Istituto di Teologia che mi chiedeva di impegnarmi a equipaggiare e incoraggiare pastori delle chiese locali, qualcosa si mosse dentro di me. È come se il mio cuore si aprisse finalmente con un click, come se avessi finalmente trovato l’ultima cifra della combinazione necessaria a far scattare la serratura. Potei chiaramente vedere che una porta si era aperta su una nuova stagione per la mia vita, in cui avrei potuto servire la chiesa più intensamente, sentendomi più adatto in quel ruolo.

A marzo ci trasferiremo a Kansas City, e inizierò a servire a tempo pieno nel Seminario Teologico Midwestern come responsabile del Content Strategy (pianificazione e sviluppo) e come editore della rivista “For the Church” (lett. “Per la Chiesa”). Là sarò a capo di una squadra di creativi e scrittori con lo scopo di raccontare la storia dell’Istituto e sviluppare le risorse ministeriali per la chiesa. Sono molto entusiasta di questo cambiamento perché condivido lo stesso amore per i pastori che amano le loro chiese. Sono degli eroi pazienti, fedeli e piuttosto ignorati ai giorni nostri e sono molto emozionato all’idea di servire loro – così come i giovani uomini che diventeranno come loro.
Continuerò a scrivere, viaggiare, parlare e predicare. Cercheremo una chiesa locale che potremo chiamare “casa”, un posto dove lodare Dio insieme come una famiglia e servire Dio come lui vuole che facciamo, essere nutriti di quel cibo spirituale che lui vuole darci. Dio volendo, dopo un po’ di tempo, sarei grato di avere un ruolo come pastore in una chiesa più piccola, secondo le mie capacità perché credo che questa sia la chiamata di Dio per la mia vita. In questo momento, Egli mi sta chiedendo di rispondere e contribuire alla crescita del ministero nel Midwestern.
Vi chiedo di pregare per mia moglie, per le mie figlie e per me, e per l’istituto in cui andremo, affinché tramite questo lavoro il Figlio di Dio possa essere conosciuto di più nel mondo e che le persone possano affidarsi al Signore come unica fonte di salvezza e soddisfazione.

Infine, per favore, pregate per la mia chiesa. Come la mia famiglia, sono tutti molto rattristati della nostra partenza e molti nella chiesa sono scioccati, confusi. E mentre tutti noi elaboriamo questa transizione un po’ dolce e amara insieme, ho già in mente per i prossimi cinque mesi di continuare a indirizzarli a Cristo con tutta l’energia che Dio mi dà lavorando in me. La Middletown Springs Community Church non è come tutte le chiese che ho avuto il privilegio di chiamare “famiglia”. Servire come pastore in questa chiesa è stata una gioia indescrivibile, anche se per un periodo di tempo relativamente corto. Queste persone sono, nel senso buono, come disse Paolo, “il mio orgoglio”. Mi mancheranno tutti fortemente perché li amo con tutto il cuore e perché loro hanno amato me e la mia famiglia allo stesso modo.

Quando ho terminato il mio annuncio ieri mattina, ho iniziato a esporre, come programmato, il testo di 1 Corinzi 3:1-9, roba piuttosto importante. “quindi colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!” (verso 7). La Middletown Church è il “campo di Dio, l’edificio di Dio” (verso 9). Sto imparando col mio gregge e attraverso di loro, con l’aiuto dello Spirito Santo, come indirizzandoli a Gesù e “togliermi di mezzo”. Spero che Dio mi dia sempre la grazia di poterlo fare.
Cristo il Signore è tutto.

(Traduzione a cura di Gloria Leccese)

Tematiche: Chiesa, Predicazione, Teologia, Vita Cristiana

Jared C. Wilson

Jared C. Wilson

 

Direttore del Content Strategy per il Midwestern Seminary, managing editor di For The Church, e autore di più di dieci libri tra cui Gospel Wakefulness, The Pastor’s Justification, and The Prodigal Church.

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