Alla ricerca del Babbo Natale storico

 

 

Le acute sofferenze che si dice siano state patite da Nicola di Myra (noto come Nicola di Bari) per mano dei suoi persecutori romani nel IV secolo impallidiscono rispetto alle torture che i suoi successori hanno subito da allora in poi. Nel corso dei secoli, uomini, donne e bambini hanno quasi eliminato questa figura storica reale, sostituendola con un impostore mitico. Le falsificazioni sono state così profonde che, nella maggior parte dei casi, non rimane traccia del vero Nicola di Myra. Gli strati di mitologia sono così spessi che il nucleo di verità originario si è ormai ridotto a un ricordo evanescente.

Sono estremamente rari i casi in cui uno storico obiettivo s’imbatte in un fatto credibile, e se lo afferra con troppa forza, questo svanisce immediatamente in una nube di irrilevanza e incertezza storica. Leggete le biografie di Nicola di Myra in qualsiasi enciclopedia e capirete cosa intendo: dovrebbe (probabilmente) essere nato qui…, dovrebbe (forse) aver servito come vescovo là…; dovrebbe aver viaggiato (forse) in certi luoghi; ha (forse) fatto questo o quello; dovrebbe (probabilmente) essere invecchiato e (con ogni probabilità) morto. Uno storico scrupoloso si ritrova a sfogliare il dizionario alla ricerca di alternative agli avverbi come “forse” e “presumibilmente”, per non annegare nell’incertezza. Così ben presto ci si rende conto che la lingua (qualsiasi lingua) non ha la capacità di esprimere le sfumature di incertezza riguardo alla vita e ai tempi di San Nicola di Myra.

 

I progressi negli studi storici su Babbo Natale

Come storico della Chiesa antica, un tempo ero convinto che la storia reale di San Nicola sarebbe stata lunga al massimo quattro frasi. Da queste frasi, come un albero di Natale decorato da bambini dell’asilo, penderanno dozzine di note a piè di pagina che cercano di difendere l’autenticità di tali affermazioni.

Se la biografia dovesse includere anche quegli elementi che sembrano poggiare su una base di fatti storici con una patina mitologica, allora il lavoro potrebbe superare le quattro pagine, con numerose note, escursioni e appendici scritte solo per salvaguardare la carriera dello storico.

Per anni ho creduto che quasi nulla di certo si potesse conoscere sul Babbo Natale storico, ma di recente ho cambiato idea. Ora credo che molte cose su San Nicola possano essere quasi provate, e molte altre possano essere certamente riconosciute come sconosciute. Fidatevi quando dico che, per gli studi storici su Babbo Natale, questo è un vero progresso.

Questo articolo è il risultato di anni di studio sulla vita, l’eredità e le leggende di Nicola di Myra. Questa ricerca ci aiuterà a rispondere alla domanda primordiale che ha tormentato molti bambini cristiani fin dalla tenera età: “Esiste davvero Babbo Natale?”.

Il mio viaggio personale oltre lo scetticismo

Il mio viaggio personale negli studi storici su Babbo Natale è iniziato quando ero un bambino cresciuto nel freddo Minnesota, quanto di più vicino al clima e alla cultura del Polo Nord si possa immaginare qui negli Stati Uniti.

Lasciatemi dipingere il quadro per voi. Io e mio fratello minore frequentavamo spesso la casa della vecchia “Nonna Odie” che si trovava poco lontano dalla nostra. Nostra nonna ci offriva sempre biscotti o dolci e, a causa della sua senilità, ci poneva le stesse domande più e più volte. Un anno, durante il periodo natalizio, ci chiese cosa desideravamo da Babbo Natale. “Ma nonna, noi non crediamo a Babbo Natale”, risposi io.

Vedete, i miei genitori, lavoratori instancabili e pratici, non ci avevano mai ingannato con il mito di Babbo Natale. Pensavano che, se dovevano lavorare duramente per mettere i regali sotto l’albero, almeno avrebbero voluto che i loro figli sapessero chi ringraziare. Così, a casa nostra, il camino era solo una “uscita”, mai una entrata di qualcuno o di qualcosa.

Per nonna Odie, “Babbo Natale” era semplicemente un simbolo significativo dello spirito natalizio. Tuttavia accettavo il suo racconto fin tanto che non implicasse che un uomo corpulento avrebbe potuto scendere dal mio camino nel cuore della notte.

Da quel momento in poi, durante la mia infanzia e adolescenza, accettai l’“idea” di Babbo Natale come una simpatica personificazione di uno spirito festoso, un atteggiamento gioioso o persino una virtù caritatevole. Ma non mi interessava verificare se ci fosse mai stato un vero Babbo Natale. L’interpretazione spiritualizzata di nonna Odie mi bastava.

A mio vantaggio, avevo messo da parte il Babbo Natale storico e lo avevo sostituito con il Babbo Natale della fede.

La prima ricerca del Babbo Natale storico

Negli ultimi anni, tuttavia, i miei studi sulla storia della Chiesa primitiva mi hanno portato spesso a imbattermi nella figura misteriosa di questo personaggio: Nicola di Myra o San Nicola, Nikolaus, Nikolai o Babbo Natale. Di conseguenza, mi sono interessato sempre di più all’uomo storico che stava dietro al simbolo mitico.

Purtroppo, però, la mia prima ricerca del Babbo Natale storico fu breve. Il fatto è che gli storici non sanno poi molto su Nicola di Myra. Le biografie che abbiamo, furono scritte secoli dopo la sua morte e sono piene di racconti leggendari pressoché improbabili. Ecco cosa pensiamo di sapere: Nicola di Myra nacque nell’Asia Minore meridionale (nell’odierna Turchia) alla fine del III secolo (intorno al 270 d.C.). All’inizio del IV secolo, divenne vescovo di Myra. Morì intorno al 346, il 6 dicembre, giorno della sua festa.

Questa è l’estensione della nostra relativa conoscenza. Ma questo non c’impedisce di andare oltre i fatti storici e addentrarci nelle tradizioni più interessanti e nelle leggende popolari che hanno progressivamente trasformato Nicola di Myra in Babbo Natale del Polo Nord. Passiamo quindi dai fatti della storia alle tradizioni affidabili e infine alle leggende fiabesche della mitologia popolare.

 

 

Alla scoperta di una tradizione generosa

Oltrepassando i fatti storici verso tradizioni relativamente affidabili, scopriamo che si pensava che San Nicola fosse una persona generosa, che donava liberalmente ai poveri e difendeva gli oppressi. Lo faceva in forma anonima, in modo che i ringraziamenti e le lodi fossero rivolti soltanto a Dio.

Molti dettagli sulla sua carità sono vaghi, ma sembra probabile che si prendesse cura dei bambini e mostrasse ospitalità a marinai e stranieri, tutte persone che passavano continuamente per la città portuale di Myra.

Scopriamo anche che Nicola venne probabilmente imprigionato e subì maltrattamenti durante la grande persecuzione romana sotto l’imperatore Diocleziano che regnò dal 284 al 305.

Non abbiamo motivo di dubitare che Nicola abbia partecipato al primo concilio di Nicea nel 325, dove Ario fu condannato per aver negato la divinità di Cristo.

Il nome di Nicola compare anche in alcuni elenchi dei vescovi presenti al concilio, e non vedo alcun motivo per cui non avrebbe dovuto parteciparvi dato che la sua città costiera distava circa 600 km da Nicea, e all’epoca avrebbe avuto circa 55 anni.

Abbiamo un racconto secondo cui, durante il banchetto di Stato per i vescovi presenti a Nicea, l’imperatore Costantino avrebbe indicato tre uomini meritevoli di speciale onore, dicendo: “Ci sono tre pilastri del mondo: Antonio in Egitto, Nicola di Myra e Giacomo in Assiria”.

 

 

Di leggende e scazzottate

Da questo punto della biografia entriamo nel campo invece della pura leggenda, che potrebbe o meno avere relazione con la storia reale. Si raccontano numerosi miracoli attribuiti a Nicola, dal placare i mari al riportare in vita i bambini.

Viene spesso chiamato “Nicola il Taumaturgo” per i miracoli descritti nelle biografie medievali e nelle opere d’arte. Ma al di là del miracoloso, la leggenda più interessante per me è quella di Nicola che colpisce Ario al volto durante il Concilio di Nicea (…non proprio il bonario vecchio San Nicola che immaginiamo!).

Purtroppo, le prove storiche che Babbo Natale abbia preso a pugni gli eretici non sono sufficienti per avviare una tradizione natalizia di scazzottate con eretici conclamati.

Sì, San Nicola è più di un semplice simbolo dello spirito natalizio, non molto, ma pur qualcosa.

Quindi, dopo aver letto questo breve articolo, se i vostri figli o nipoti vi chiedono se Babbo Natale fosse una persona reale, potete rispondere con fiducia: “Sì, lo era!”.

Ma al di là di questo, non c’è molto altro che possiamo dire con certezza di lui.

 

 

Tematiche: Cristianesimo, Cultura e Società, Natale cristiano

Michael J. Svigel

Michael J. Svigel

Presidente del dipartimento e professore associato di studi teologici presso il Dallas Theological Seminary, ha scritto numerose risorse per il pubblico cristiano. Tra i suoi libri ci sono RetroChristianity: Reclaiming the Forgotten Faith e Heroes and Heretics: Solving the Modern Mystery of the Ancient Church. Molti dei suoi scritti, dal livello accademico all’umorismo teologico, sono disponibili online su retrochristianity.org e bible.org.

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