Adorare come vuole Dio: il secondo comandamento

 

Questo articolo è parte di una serie sui Dieci Comandamenti. La Parola di Dio ci rivela le leggi che egli richiede per vivere nel mondo, così come sono state da lui stabilite. Solo vivendo secondo questa legge possiamo prosperare e godere del proposito per cui siamo stati creati: glorificare Dio e godere di una relazione con lui. Questa serie esplora come i cristiani, la cui identità è in Cristo e la cui eredità è riposta nell’eternità, dovrebbero vivere concretamente i Dieci Comandamenti.

 

Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.

 Esodo 20:4-6

 

Leggendo oggi i Dieci Comandamenti, i cristiani possono vedere il significato e l’applicazione di alcuni comandamenti più facilmente rispetto ad altri. Per esempio, i comandamenti di non uccidere o di non commettere adulterio sembrano chiari. Altri comandamenti sono meno facilmente comprensibili per il loro valore e la loro rilevanza nel 21° secolo. Il secondo comandamento è uno di questi. Dopotutto, non abbiamo né usiamo gli idoli nello stesso modo in cui venivano realizzati, usati e adorati nell’antico Oriente. Tuttavia, il secondo comandamento riguarda aspetti essenziali della vita cristiana.

 

La differenza tra il primo e il secondo comandamento

Per comprendere meglio l’insegnamento del secondo comandamento, è utile sapere in cosa questo comandamento differisce dal primo comandamento. A prima vista i due comandamenti possono sembrare piuttosto simili. Il ministro inglese del XVII secolo Thomas Watson riassume così la differenza: “Nel primo comandamento è proibito adorare un falso dio; nel secondo adorare il vero Dio in maniera falsa”. Detto in altro modo, il primo comandamento ci insegna Chi dobbiamo adorare, cioè, il Dio vivo e vero (Ger. 10:10, 1 Tess. 1:9), il secondo comandamento ci insegna invece Come dovremmo adorare Dio.

 

Adorare come vuole Dio

Il culto è una parte vitale della vita cristiana (Catechismo in Sintesi di Westminster). Per questo motivo è importante chiedere come dovremmo adorare Dio. Il secondo comandamento ci aiuta a cercare di essere completamente biblici e onorare Dio nella nostra adorazione. Il Catechismo in Sintesi di Westminster riassume le azioni richieste dal secondo comandamento come “ricevere, osservare e mantenere pure e integre tutte le forme di adorazione e prescrizioni religiose che Dio ha stabilito nella sua parola”. In parole povere, dobbiamo solo adorare Dio nei modi in cui ci ha comandato attraverso la sua parola. Questo principio stabilisce quali componenti dovrebbero essere inclusi in un servizio di culto. Per esempio, in un servizio di culto dovrebbero esserci sia la lettura sia la predicazione delle Scritture perché queste cose sono prescritte dalla Parola di Dio (1 Tim. 4:13, 2 Tim. 4:2). Inoltre, la Parola di Dio ci insegna che dovrebbero esserci il canto (Efesini 5:19, Col. 3:16), così come le preghiere (1 Tim. 2:1).

Anche se in un primo momento ciò può sembrare un’interpretazione troppo rigida di questo comandamento, è utile considerare cos’è il culto e cosa non è, secondo la Parola di Dio. Le storie di Caino, Nadab, Abihu e Saulo dimostrano che l’adorazione data a Dio indipendentemente dalla Parola prescritta, non importa quanto buone siano le intenzioni, ha avuto conseguenze gravi e disastrose (Gen. 4:3-5, Es. 32:7-8, Lev. 10:1-2, 1 Sam. 15:22).

A livello pratico, abbiamo bisogno del secondo comandamento per proteggere  i nostri cuori fallaci, da errati pensieri concernenti l’adorazione. Dopotutto, non è raro che i nostri cuori peccaminosi utilizzino il criterio di cosa ci piace per definire l’adorazione piuttosto che ciò che è comandato da Dio stesso. Proprio perché «la nostra natura è incline a questo peccato, come legna secca che prende fuoco» abbiamo bisogno della guida del secondo comandamento nella nostra vita.

Come tutti i comandamenti, il secondo comandamento non vuole essere semplicemente un elenco proibitivo di cose da non fare, ma è una guida che ci porta a prosperare nella vita cristiana mentre adoriamo il Signore in spirito e verità e offriamo un culto accettevole con riverenza e timore verso il nostro maestoso e santo, Dio Trino (Giov. 4:24, Ebrei 12:28). Inoltre, guardando il secondo comandamento attraverso questa lente, scopriamo che la nostra coscienza è vincolata solo all’obbedienza alla Parola di Dio piuttosto che alle tradizioni degli uomini (Matt. 15:1-6). Questa è una bella notizia per la libertà delle nostre coscienze!

 

Domande difficili sul secondo comandamento

Questo però non vale solo per il nostro culto. Possiamo avere immagini di Gesù nelle nostre chiese o case? Va bene guardare film o programmi TV che ritraggono un attore che interpreta Gesù? Dovremmo lasciare che i nostri figli leggano libri di storie bibliche per bambini, con raffigurazioni di Gesù? Tutte queste domande hanno a che fare con l’etica o le implicazioni del secondo comandamento.

Queste domande autentiche ci aiutano a confrontarci con l’applicazione del secondo comandamento nella vita di un cristiano. Per rispondere a queste domande, come per ciò che concerne il culto, dobbiamo lasciarci guidare dalle Scritture. Oltre questo comandamento di non fare immagini di Dio (Es. 20:4-5), abbiamo altri motivi che ci persuadono a non avere immagini di Cristo. Nel Deuteronomio il Signore ricorda a Israele che non è apparso loro con le forme, ma con le parole (Deut. 4:12). Di conseguenza, il Signore comanda a Israele di vigilare su se stesso «Siccome non vedeste nessuna figura il giorno che il SIGNORE vi parlò in Oreb dal fuoco, badate bene a voi stessi, affinché non vi corrompiate e non vi facciate qualche scultura, la rappresentazione di qualche idolo, la figura di un uomo o di una donna» (Deut. 4:15,16).

Se questo era vero nell’Antico Testamento, Gesù non si è rivelato nella forma? Se pur Gesù è venuto in forma umana (Giov. 1:14), anche nel Nuovo Testamento, non abbiamo alcun caso in cui ai cristiani venga comandato o siano incoraggiati a creare immagini di Dio. Pertanto, nel cercare di onorare Dio e la sua parola, dovremmo stare attenti a non andare oltre ciò che la sua parola rivelata ci ha comandato (Deut. 12:32, Apoc. 22:18-19). Anche se potrebbe essere scoraggiante non poter vedere Gesù in questa vita (2 Cor. 5:7, 1 Pietro 1:8), la gloriosa speranza della vita cristiana è che un giorno riusciremo a vedere Gesù nell’eternità e a contemplare il volto del nostro meraviglioso Salvatore (1 Giov. 3:2). Sicuramente con questa prospettiva maestosa, non rimarremo delusi dal fatto di non riuscire a “vedere” Gesù in questa vita!

 

NOTE

  1. Tommaso Watson, I dieci comandamenti (Edimburgo: The Banner of Truth Trust, 1692, ristampa 1999), pag. 59.
  2. Catechismo in Sintesi di Westminster, domande e risposte pag. 50.
  3. Watson, I Dieci Comandamenti, pag. 62.

 

Tematiche: Adorazione, Antico Testamento, Vita Cristiana

Arie Van Weelden

Arie Van Weelden

Appassionato di libri, sport e cinema del Wisconsin, frequenta il terzo anno di Teologia a Westminster e serve come stagista pastorale in una chiesa locale. Lui e sua moglie amano l’osservazione di uccelli e le gite in spiaggia. Quando non legge teologia, il suo impegno è interamente rivolto a essere il miglior zio al mondo.

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