10 cose da fare prima di lasciare la tua chiesa

 

Può mai essere giusto lasciare la propria chiesa?

 

“Abbandonare la nave!” dovrebbe essere il grido rivolto a qualunque cristiano intrappolato dentro una chiesa che sovverte le verità essenziali del Vangelo e accetta modelli di vita deviati. Corri via e non voltarti indietro! Fuggi, onde evitare che tu stesso prenda parte alla loro condanna. In situazioni simili, non vi è alcuna esitazione.

Faremmo bene a cercare una nuova chiesa se siamo parte di una comunità che si conforma al mondo e che ruota attorno all’uomo, preoccupandosi di sponsorizzare se stessa piuttosto che di compiacere Dio e di insegnare la Sua verità. Dovremmo tutti impegnarci a ricercare la migliore chiesa possibile visto che questo influenzerà le nostre anime, per non parlare delle anime dei nostri coniugi e dei nostri figli.

Eppure, non è sempre facile definire i casi in cui sia giusto lasciare una chiesa. In molti casi, al contrario, risulta estremamente complicato. Non è mai saggio sbilanciarsi in un giudizio senza aver ascoltato entrambe le “parti”; allo stesso modo, non sarebbe saggio consigliare a qualcuno di lasciare una chiesa senza avere sufficienti informazioni sulla situazione. Ecco il rischio che comporta la scrittura di un articolo come questo: in linea generale, può essere ampiamente applicabile, ma è piuttosto raro che venga applicato nel rispetto dell’intento originario con cui è stato scritto. Quando le persone sono già convinte di qualcosa in relazione a un certo argomento, esse tendono a trovare in un contenuto del genere nient’altro che la conferma della propria decisione.

Considerati questi pericoli, sembra più opportuno riformulare la domanda. Piuttosto che “Quando dovremmo lasciare una chiesa?” sarebbe meglio chiedersi “In che modo dovremmo lasciare una chiesa?”. Infatti, se non possiamo lasciare una chiesa nel modo giusto, probabilmente sarebbe più gradito a Dio che non la lasciassimo affatto. Proprio perché l’azione di lasciare una chiesa non dovrebbe mai essere compiuta con leggerezza, ci sono alcune domande che dovremmo porci prima di prendere una decisione simile. Ce ne sono sicuramente di più, ma qui di seguito elencherò dieci domande a cui dovremmo tentare di rispondere onestamente prima di decidere di andare via dalla nostra comunità.

 

  1. Sai quali sono i segni di una chiesa sana?

Così come molti che si professano cristiani scelgono di unirsi a una chiesa per i motivi sbagliati, molti scelgono di lasciare una chiesa per motivi altrettanto sbagliati. Penso che le chiese che cercano di attrarre le persone semplicemente offrendo il caffè e altri comfort non debbano stupirsi quando quelle stesse persone, una volta che tali comfort non li soddisferanno più, decideranno di andarsene. Non ho mai sentito di qualcuno che abbia lasciato una chiesa perché non gli sia stata servita la giusta marca di caffè, ma ho sentito di persone che se ne sono andate dalla chiesa perché non vedevano un ministero sufficientemente adatto alla propria età o perché la comunità non disponeva di un numero sufficientemente alto di single. È tragico notare come si possa entrare e uscire da una chiesa basandosi su motivazioni non bibliche. È ancora più drammatico quando queste motivazioni non bibliche spingono le persone ad abbandonare una chiesa sana in favore di una chiesa non sana che, però, offre un caffè migliore. Tali persone potrebbero apprezzare la sensazione di far parte di una grande community, ma non si rendono conto di aver barattato la predicazione dottrinale per una serie di bei discorsi motivazionali. Non si dovrebbe, in tutti i casi, valutare la propria chiesa sulla base di ciò che è importante per noi ma, piuttosto, sulla base di ciò che è importante per Dio.

Il mio consiglio a chiunque stia pensando di lasciare una chiesa è che, innanzitutto, egli rifletta su ciò che rende davvero sana una chiesa e, inoltre, che egli si assicuri di conoscere abbastanza bene le Scritture da rispondere a queste domande basilari:

Cos’è una chiesa?

Qual è la missione ed il proposito della chiesa?

Come dev’essere condotta la chiesa?

Quali sono le mie responsabilità nei confronti di una chiesa locale?

Come deve adorare la chiesa?

Le risposte a queste domande saranno molto utili per valutare le nostre chiese e, allo stesso tempo, ci impediranno di abbandonarle per le ragioni sbagliate. Per aiutarvi nello studio dell’ecclesiologia (la dottrina della chiesa), vi raccomando il libro di Mark Dever, 9 Segni Caratteristici di una Chiesa Sana e il mio libro: The Church: Her Nature, Authority, Purpose, and Worship.

 

  1. Vi siete impegnati per essere membri attivi e fedeli?

Prima di lasciare una chiesa, assicurati di non farlo perché hai una scarsa opinione riguardo al concetto di appartenenza. Temo che la ragione per cui molti continuano a balzare da una chiesa all’altra sia la mancanza di coinvolgimento. Molti trattano la chiesa un po’ come il proprio ristorante preferito: ci vado, mangio e me ne vado via, senza impegno.

Dobbiamo realizzare che, per coloro che si professano seguaci di Cristo, l’appartenenza ad una chiesa è obbligatoria. Ci viene ordinato di ubbidire ai nostri conduttori (Ebrei 13:17), di non abbandonare la comune adunanza (Ebrei 10:25) e di riunirci con i santi per partecipare alla Cena del Signore (1 Corinzi 11:20). Ci viene altresì insegnato dalle Scritture come dobbiamo comportarci nella casa di Dio, che è la chiesa (1 Timoteo 3:14-15).

Disobbedire a questi ordini non è un’ipotesi contemplabile per il cristiano. In circostanze normali, siamo obbligati a unirci a una chiesa e a essere attivi e fedeli al suo interno. I credenti vengono istruiti da Dio riguardo a determinate responsabilità che spettano loro nella chiesa. La domanda per i credenti non è se impegnarsi o meno in una chiesa, bensì in quale chiesa servire col proprio impegno.

Da quanto ho avuto modo di osservare, alcune persone fanno presto a lasciare una chiesa perché non considerano problematico il fatto di rimanere in una specie di limbo per un periodo indefinito di tempo. Stare a casa ad ascoltare dei sermoni online, settimana dopo settimana, non dispiace loro poi così tanto. Secondo i puritani, ad ogni modo, un cristiano non doveva mai trovarsi nella situazione di non essere membro di una chiesa, neppure per un periodo molto breve. Per fare un esempio, quando i membri si spostavano da Bedford ad un’altra località, John Bunyan continuava a condurli e supervisionarli fino a quando essi non fossero entrati ufficialmente a far parte di un’altra congregazione.

Una tale serietà è cosa rara, oggigiorno. Sembra sia tanto più facile lasciare una chiesa quanto più basso sia il proprio coinvolgimento come membro. Eppure, siamo tutti chiamati ad essere membri fedeli e impegnati nel corpo locale. Non ci viene concesso il permesso di pensare che essere un membro di chiesa sia un optional.

Pertanto, prima di lasciare una chiesa, esamina il tuo livello di coinvolgimento e impegno presso la chiesa locale.

Essere un membro di chiesa è qualcosa di importante per te?

Sei stato fedele alla chiesa e attivo al suo interno?

Hai partecipato alla vita della chiesa?

Se dovessi rispondere di no, la chiesa potrebbe non essere il tuo vero problema. Prova a pensare di applicare un concetto mediocre dell’impegno personale all’ambito matrimoniale: quanto misera sarebbe una relazione nella quale uno dei due non fosse disposto a passare sopra i piccoli difetti o a superare le divergenze? L’impegno è importante sia per l’essere membro di chiesa sia per l’essere coppia in un matrimonio. In parole povere, prima di decidere di lasciare una chiesa, assicurati di non avere una bassa considerazione dell’appartenenza ad una chiesa: una prospettiva del genere è peccaminosa.

 

  1. Ti sei assicurato di non avere un problema di sottomissione?

A nessuno, credo, piace dover ammettere di avere un problema di sottomissione. Tuttavia, parlando in termini pratici, bisogna ammettere che non sempre è facile sottomettersi. Sottomettersi riguardo alle cose che ci piacciono non è difficile, ma sottomettersi riguardo alle cose che non ci fanno piacere non è poi così divertente. Una volta, sentii di un uomo anziano che si ritrovò ad essere l’unica voce di opposizione riguardo alla decisione della chiesa di acquistare un pianoforte. Quest’uomo era convinto che fosse più saggio spendere i soldi della chiesa in altro modo. In circostanze normali, il suo giudizio avrebbe potuto essere corretto; tuttavia, dopo che la chiesa ebbe stabilito di procedere con l’acquisto, invece che arrabbiarsi e andarsene, l’uomo si alzò e tirò fuori alcuni contanti: fu di fatto il primo a contribuire economicamente all’acquisto del nuovo pianoforte. Questo fu possibile perché egli sapeva sottomettersi alle decisioni su cui non era d’accordo. Ciò fu possibile perché egli vedeva l’unità della chiesa come qualcosa di più importante della decisione di cui si stava discutendo.

Sebbene le nostre coscienze siano vincolate alla Parola di Dio, è importante che impariamo a sottometterci a quelle cose su cui non concordiamo, come ad esempio l’acquisto di quel pianoforte. Occorre più grazia per sottomettersi a una scelta che si reputa poco avveduta di quanto non ne serva per ottenere ciò che vogliamo. Dovremmo aspettarci che Dio ci metta alla prova in questa materia.

Nondimeno, appartenere a una chiesa può rivelarsi assai complicato perché ciò richiede sottomissione. Siamo chiamati a sottometterci ai nostri conduttori e gli uni agli altri. Unirsi a una chiesa, il che è necessario per i credenti, costituisce già di per sé un atto di sottomissione.  Ci sottomettiamo per essere ritenuti responsabili; ci sottomettiamo perché la chiesa supervisioni le nostre vite; ci sottomettiamo per essere controllati e perfino disciplinati dalla nostra famiglia di chiesa, formata dalle persone che ci conoscono e che ci amano. Per questo, prima di prendere la decisione di lasciare una chiesa dovremmo chiederci: abbiamo qualche problema con la sottomissione?

 

  1. Ti sei sforzato di fare del tuo meglio per mantenere l’unità della fede?

Una delle responsabilità principali che abbiamo come membri di chiesa è quella di fare tutto ciò che è in nostro potere per mantenere l’unità dello Spirito (Efesini 4:3). Questo inizia con il custodire le nostre menti, proteggendole dall’egoismo e dallo spirito privo di amore. Certo, è facile per noi essere ciechi davanti al nostro stesso egoismo. Non siamo soliti, infatti, definire “mancanza di amore” quella specie di antipatia che proviamo per la signora Rossi o quella frustrazione nei confronti del pastore Mario. Tuttavia, l’amore che copre una gran quantità di peccati negli altri non è tanto forte quanto quell’amor proprio che ci permette di sorvolare facilmente sulle nostre mancanze.

Spesso, molto prima di lasciare una chiesa fisicamente, le persone l’hanno già lasciata mentalmente. È difficile giustificare l’abbandono di una chiesa con una sola ragione, specialmente se non molto consistente. Quando nel nostro cuore affiorano piccole ma incontrollate insoddisfazioni, diventa facile cominciare a vedere ogni cosa in modo negativo. Questo atteggiamento rappresenta il nostro fallimento nello sforzo di mantenere l’unità dello Spirito. Una volta mancato il bersaglio del mantenimento dell’unità dello Spirito nei nostri cuori e nelle nostre menti, ci incamminiamo lungo una strada che ci porta a trovare errori dappertutto fino a quando non avremo costruito una cappa opprimente dalla quale vorremo soltanto andar via per sempre.

Eppure, avremmo potuto prevenire tutto questo se soltanto avessimo obbedito alle Scritture e avessimo fatto del nostro meglio per camminare nell’amore, nell’umiltà e nel perdono (1 Corinzi 13). Prima di lasciare la tua famiglia di chiesa, chiediti:

Ho fatto del mio meglio per mantenere l’unità dello Spirito nel vincolo della pace?

Ho camminato nell’amore e nell’umiltà?

Ho concesso alle persone il beneficio del dubbio?

Sto coltivando del risentimento nel mio cuore?

 

5. Hai considerato l’idea di poter essere tu stesso la voce del cambiamento?

Ogni chiesa ha delle lacune, degli angoli ciechi e dei problemi. Charles Spurgeon disse: “Il giorno in cui troveremo la chiesa perfetta e ci entreremo, essa diventerà imperfetta”. È stupefacente, ad esempio, notare quanti problemi avesse la chiesa di Corinto. Non avrei mai voluto essere membro di una chiesa come quella: piena di fazioni opposte che si facevano causa l’un l’altra e guidata da conduttori che tolleravano il peccato sessuale tra i propri membri; per non parlare del caos che regnava durante i culti! Eppure, nonostante tutti quei problemi, Paolo non suggerì ai fedeli di lasciare quella comunità per avviarne una nuova.

Questo non significa che Paolo stesse chiudendo un occhio su queste situazioni; egli, piuttosto, stava richiamando ciascuno alla propria responsabilità in qualità di membro: l’obbedienza. Se vediamo il peccato nella chiesa, la nostra prima responsabilità non è quella di andarcene, bensì quella di affrontare il problema.

Forse, Dio ci ha permesso di vedere i punti ciechi della nostra chiesa perché vuole che noi siamo le voci del suo cambiamento. Anziché lamentarti che la chiesa non si dedichi ad accogliere gli ospiti, sii tu stesso ad occupare quello spazio vuoto non appena gli ospiti attraversano la porta d’ingresso. Se il problema è più grave e radicato, rivolgiti ai conduttori. Ricorda, però, di rivolgerti a loro con umiltà e con la volontà di essere di aiuto.

 

  1. Hai ricercato il perdono e la riconciliazione?

Lasciare una chiesa con rabbia non è mai una buona cosa. Abbandonare un’adunanza senza ricercare il ravvedimento e il perdono è un peccato. Non so di preciso su cosa vertessero le discussioni di Evodia e Sintìche, ma Paolo rivolse ad entrambi l’esortazione a essere concordi (Filippesi 4:2). Quando saremo in cielo, non avremo bisogno del frutto dello Spirito e del suo perdono, della sua longanimità e della sua pazienza, ma di sicuro ne abbiamo bisogno oggi nella chiesa. Amare le persone perfette sarebbe piuttosto semplice. Tuttavia, siamo chiamati ad amare e a sopportare delle persone imperfette, siamo chiamati a perdonarle quando si comportano male nei nostri confronti, al punto che ci viene chiesto di sistemare le cose con coloro che ci hanno offesi prima di poter adorare adeguatamente Dio (Matteo 5:24).

Non credere alla bugia che sia possibile compiacere Dio adorandolo in una nuova chiesa senza aver messo ogni cosa a posto con le persone della tua chiesa attuale.

 

  1. Hai parlato con i conduttori della chiesa?

In questa prospettiva, non dovremmo mai uscire dalla chiesa usando la porta sul retro senza dire nulla ai leader. Questo, tristemente, accade di continuo: le persone entrano dalla porta principale per diventare membri di una chiesa e poi escono da quella di servizio senza dire niente a nessuno.

Essi lo fanno, dicono, per amore della pace e per non turbare nessuno. Sembrerebbero buoni motivi, ma comportarsi così non è né giusto né amorevole. Siamo naturalmente portati a giustificare tutto ciò che facciamo ed è facile essere retti ai nostri occhi; tuttavia, così come non è opportuno esprimere un giudizio su una questione prima di aver ascoltato l’altra parte (Proverbi 18:17), parimenti non è saggio pensare di avere il diritto di lasciare una chiesa senza aver ascoltato ciò che gli anziani hanno da dire a riguardo. Potremmo pensare di non aver bisogno della sapienza dei conduttori, specialmente se abbiamo perso la stima che avevamo di loro, nondimeno i conduttori potrebbero spiegare eventuali fraintendimenti oppure fare chiarezza sulla situazione. E quand’anche avessimo ragione noi e torto loro, non avrebbero comunque il diritto di ascoltare la nostra versione della storia? Non dovrebbero avere modo di rispondere alle nostre accuse e pentirsi, qualora fosse necessario? In pratica: dovremmo fare del nostro meglio per non abbandonare una chiesa senza coinvolgere la sua leadership in questo processo.

 

  1. Hai ricercato la benedizione dei conduttori della chiesa?

Oltre che un’onesta conversazione con i conduttori della chiesa, dovremmo ricercare con forza la loro benedizione. Non conosco nessuna chiesa che ami vedere i propri membri andare via, ma gran parte della sofferenza causata dalla perdita dei membri potrebbe essere alleviata se questi ultimi cercassero di partire con la benedizione della chiesa stessa. Se la chiesa non può pregare e benedirci prima della nostra “partenza”, ciò si tradurrà probabilmente in accuse e sentimenti feriti da risolvere prima che possiamo unirci ad un’altra comunità. Andare via nel modo giusto significa cercare di fare tutto il possibile per essere membri fedeli fino in fondo.

 

  1. Hai considerato l’ipotesi che l’erba del vicino non sia verde come sembra?

I difetti sono più evidenti man mano che ci avviciniamo a qualcuno o a qualcosa. Tutto (eccetto Dio) sembra più gradevole se visto a una certa distanza. Spesso, notiamo le incongruenze e i punti deboli della nostra chiesa proprio perché possiamo osservarla da così vicino. Possiamo cadere nell’inganno di pensare che la chiesa dall’altro lato della strada sia migliore, salvo poi scoprire che essa ha dei problemi perfino più profondi della nostra. Soprattutto, badiamo di non lasciare una chiesa imperfetta per poi scoprire che non abbiamo altro luogo in cui andare. Meglio avere una chiesa imperfetta che non avere nessuna chiesa. Il nomadismo tra diverse chiese per mesi o anni non è una pratica salutare.

In definitiva, i nostri attuali problemi potrebbero rivelarsi piccoli davanti alle profonde mancanze generate dalla perdita di quella casa che avevamo nella chiesa.

 

  1. Hai pregato sulla tua decisione?

Pregare sulla scelta di lasciare una chiesa è di vitale importanza. Abbiamo bisogno di avere una coscienza pulita davanti a Dio in ogni cosa che facciamo, tanto più se stiamo pensando di lasciare una chiesa. Mentre preghiamo, tuttavia, chiediamo al Signore di aiutarci ad essere ubbidienti a tutti i comandamenti scritturali che riguardano “l’un l’altro”. Preghiamo per ricevere l’aiuto divino che ci serve per amare i fratelli. Chiediamo al Signore di aiutarci ad andar via senza amarezza o risentimento o altre forme di assenza di amore nei nostri cuori. Chiediamo a Dio di benedire la chiesa che stiamo lasciando e di accompagnarci nella chiesa a cui vorremmo aderire.

 

Conclusione

Separarci dalla nostra chiesa dovrebbe essere un’azione dolorosa, dovrebbe essere difficile. Mantenere l’impegno come membri dovrebbe essere la nostra scelta predefinita.

Per te, potrebbe essere giunto il momento di lasciare una chiesa, ma assicurati di farlo nel modo giusto. Se non sei in grado di andar via con una coscienza pulita, probabilmente non devi farlo.

 

 

Traduzione a cura di Eugenia Andrighetti

 

Tematiche: Chiesa, Conflitti, Vita Cristiana

Jeffrey Johnson

Jeffrey Johnson

 

E’ pastore alla Grace Bible Church e direttore accademico al Grace Bible Theological Seminary a Conway, in Arkansas, la stessa comunità presso cui risiede con la moglie Letha i loro quattro figli. È disponibile il suo nuovo libro, The Church.

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